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Ing&Media: se gli edifici diventassero nodi di rete si potrebbero monitorare eventi sismici e idrogeologici – Il Messaggero
di Pamela Pergolini
Nell’intervista rilasciata al quotidiano “Il Messaggero” (edizione nazionale), pubblicata il 24 ottobre 2022, la professoressa Marina Ruggieri, ordinario di Telecomunicazioni presso il Dipartimento di Elettronica, Ingegneria Roma “Tor Vergata”, racconta il progetto visionario al quale sta lavorando insieme a un gruppo di ricercatori dell’Ateneo “Tor Vergata”. Tre gli elementi fondamentali nell’idea progettuale di ricerca che punta a una connettività diffusa: persone, robot e case, che vengono immaginati come veri nodi di rete, dunque non solo utenti che utilizzano un servizio ma essi stessi elementi di un sistema di rete capaci di scambiare informazioni con un nodo più importante che coordina le informazioni a livello nazionale, aiutando la collettività. Così, secondo questo sistema al quale il gruppo coordinato dalla professoressa Ruggieri sta contribuendo con il lavoro sulle infrastrutture di connettività, grazie, ad esempio, a dei sensori inseriti nei mattoni, la casa del futuro “HoN” (Home as a Network) potrà diventare uno strumento per monitorare terremoti, frane, fenomeni idrogeologici. Tale sistema, nel quale gli altri due nodi sono ByN (Body as a Network), la persona, e RoN (Robot as a Network), robot umanoidi, consente di immaginare il rapporto rete – utente in modo diverso, più attivo e collaborativo.
Tale sviluppo, come spiega la prof. Ruggieri nell’intervista, è stato possibile grazie al paradigma “Software Defined” che permette una sempre più diffusa “softwarizzazione” mentre l’hardware è sempre meno indispensabile: chiunque e qualsiasi cosa potrebbe essere un nodo di rete in grado di dialogare, scambiando e ricevendo informazioni.
“La connettività è inserita tra i nuovi diritti dell’umanità” – ricorda Ruggieri. “Satelliti, cellulari fibra ottica, 5G, in una sola parola le “telecomunicazioni”, “devono parlare tra loro per poter garantire una connessione integrata e globale.
Le parole del futuro – “Così ogni casa darà l’allarme per i terremoti”, di Paolo Travisi, pag. 19, Il Messaggero, 24 ottobre 2022
Tumore al polmone, i ricercatori del Centro per la Volatolomica a “Tor Vergata” mettono a punto una diagnosi precoce
É possibile diagnosticare un cancro ai polmoni ancora prima che sia visibile alla TAC? Un team di ricercatori del Centro interdipartimentale per la volatolomica “A. D’Amico” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, guidato dal professor Corrado Di Natale del Dipartimento di Ingegneria Elettronica, in collaborazione con IEO-Istituto Europeo di Oncologia ha messo a punto una tecnica di screening che si basa sull’analisi dei composti volatili emessi dagli organismi viventi (volatoloma), fonte di informazioni dei processi fisiologici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Breath Research.
Il Centro interdipartimentale per la Volatolomica “A. D’Amico” dell’Università di Roma “Tor Vergata”, fondato di recente, è nato con l’obiettivo di rafforzare le ricerche interdisciplinari tra Medicina, Ingegneria e Chimica..
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Ing&Media – Clima, fenomeni estremi sempre più frequenti – RaiNews24
Eventi estremi come ondate di calore, siccità prolungata, precipitazioni improvvise saranno nel prossimo decennio sempre più frequenti.
La Protezione Civile è in contatto con le Università, Enti di Ricerca e con l’Aeronautica Militare per osservare e capire dai dati forniti come questi eventi estremi si sviluppano sul territorio italiano.
«Dopo un anno di siccità l’arrivo dei violenti temporali in questi giorni nel Nord Italia ha creato più problemi che soluzioni perché in tutto questo tempo il suolo si è seccato in maniera seria, arrivando a profondità molto alte, e non fa in tempo ad assorbire le intense precipitazioni che scendono così a valle creando dei danni», ha commentato Marcello Petitta, Fisico dell’Atmosfera, Dipartimento Ingegneria dell’Impresa, Università di Roma “Tor Vergata” in un’intervista a FOCUS 24 andata in onda su RaiNews24 martedì 26 luglio 2022.
Gli strumenti per arginare gli eventi estremi sono principalmente due. «Da una parte – continua Marcello Petitta – la mitigazione del cambiamento climatico, riducendo le emissioni di gas serra. Il clima e l’atmosfera hanno un’inerzia molto forte, è come cercare di frenare un camion che sta andando a una velocità molto elevata. Ci vorrà del tempo se anche improvvisamente dovessimo interrompere tutte le emissioni di gas serra e gas inquinanti; dall’altra, l’adattamento, soluzioni dal punto di vista agricolo, economico e sociale che creino nuove metodologie per cercare di vivere insieme a questi cambiamenti improvvisi».
#notiziedaimedia
Scienza e Ricerca – Per approfondire:
Trend della copertura nevosa sulle Alpi: dal 1971 al 2019
Innalzamento del livello del mare
Monitoraggio della siccità
Parole chiave: cambiamento climatico; eventi estremi; mitigazione: adattamento; siccità; innalzamento livello mare; copertura nevosa;
A cura di Ufficio Stampa e Comunicazione Ingegneria – Università di Roma “Tor Vergata”
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