Digital Twins e Aerospazio – call Springer per contributi libro

Digital Twins  e Aerospazio – call Springer per  contributi libro
La Macroarea di Ingegneria  di Roma “Tor Vergata” lo scorso dicembre ha ospitato il workshop dal titolo “Digital Twins For Aerospace”. L’evento, organizzato da Marco Evangelos Biancolini, professore di “Machine Design”, e da Ubaldo Cella, ricercatore,  entrambi del Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa  “Mario Lucertini”, ha visto la partecipazione di professori e ingegneri attivi nei programmi di ricerca dell’Unione europea provenienti da Università, Enti di ricerca e da realtà industriali che operano nel settore.
I “Digital Twins” sono rappresentazioni virtuali di oggetti fisici utilizzati in diversi settori per prevedere come un prodotto funzionerà operativamente nel suo ciclo di vita. L’utilizzo in campo aerospaziale consente un miglioramento dei modelli numerici e risulta decisivo per progettare velivoli e razzi sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale ed efficienti.
In relazione all’evento di dicembre, Springer International Publishing AG intende pubblicare un libro intitolato “Digital Twin for Aerospace: CAE modeling of future mobility” che raccoglierà ricerche selezionate sui temi che sono stati trattati durante il workshop.
Il volume sarà indicizzato in tutti i principali database di citazioni (Scopus, WoS, ecc.). La selezione dei contributi è aperta a ricercatori che propongano lavori originali in relazione ai temi trattati, non solo ai partecipanti del workshop.
Per maggiori informazioni sulle scadenze per la presentazione dei contributi (submission paper) visita la pagina del gruppo di ricerca rbfLAB

Inaugurazione del dottorato “Tor Vergata” e ISIA ROMA DESIGN, interviene la direttrice della Galleria Borghese

Inaugurazione del dottorato “Tor Vergata” e ISIA ROMA DESIGN, interviene la direttrice della Galleria Borghese
In occasione dell’inaugurazione del Dottorato di ricerca di Interesse Nazionale (DIN)  in “Scienze del patrimonio culturale”, che si terrà giovedì 2 febbraio presso l’ Aula T12B (verde) della Macroarea di Lettere e Filosofia (via Columbia, 1) la direttrice della Galleria Borghese di Roma, Francesca Cappelletti, ordinaria di Storia dell’arte moderna all’Università di Ferrara, interverrà su “La Galleria Borghese da collezione e Museo pubblico: ricerche in corso”, partecipa Tullia Iori, prorettrice alla Didattica e professore ordinario presso la Macroarea di Ingegneria dove insegna “Storia dell’ingegneria strutturale”. 
Intervengono: Nathan Levialdi Ghiron, rettore di “Tor Vergata”,  Lucia Ceci, direttrice del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, Giovan Battista Fidanza, coordinatore del Dottorato di ricerca di interesse nazionale in Scienze del patrimonio culturale
Al dottorato, attivato per l’a.a. 2022- 2023 dall’Università di Roma “Tor Vergata” e da ISIA ROMA DESIGN, hanno aderito in forma associata anche le Accademie di Belle Arti di Catania, Firenze, Lecce, Macerata e Roma. Partecipano, in convenzione, l’Università Telematica Internazionale “Uninettuno”, l’Università telematica “E-Campus”, la Fondazione MAXXI e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). 
I Dottorati di interesse nazionale sono corsi di dottorato progettati e istituiti da un consorzio di Università e istituzioni di ricerca di alta qualificazione e di riconosciuto livello internazionale. 
Per informazioni: ilaria.brunati@students.uniroma2.it
 

 

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Sergio Musmeci l’ingegnere visionario, in mostra al MAXXI fino al 10 aprile

Sergio Musmeci l’ingegnere visionario, in mostra al MAXXI fino al 10 aprile

di Pamela Pergolini

Il Centro Archivi Architettura del MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma ospita fino al 10 aprile 2023 la mostra InGenio. Idee visionarie dall’Archivio di Sergio Musmeci, Ingegnere visionario scomparso prematuramente nel 1981, a soli 55 anni, Sergio Musmeci ha cercato di anticipare il futuro, lasciando molte idee originali ancora da sviluppare, attuali ancora oggi. Il suo Archivio è custodito nelle Collezioni del MAXXI Architettura. “Il mio lavoro – affermava Musmeci – consiste nel trovare forme risolutive di problemi: forme nuove, che non hanno ancora nome”. In mostra sono esposti alcuni tra i progetti più visionari di Musmeci nei quali il progettista, capace di avventurarsi in campi pionieristici per la sua epoca, sperimenta forme: superfici piegate come origami, intrecci di travi, membrane fluide, strutture reticolari spaziali senza nodi. Abile matematico, nel suo archivio ci sono pagine e pagine di calcoli che accennano a nuove teorie per rifondare la statica come quella del minimo strutturale, una teoria delle forme strutturali cha aiuti a progettarle. 
La mostra, che è stata presentata nell’ambito della conferenza stampa il 30 settembre 2022, al MAXXI, insieme alla mostra “Technoscape. L’Architettura dell’Ingegneria” – che indaga il rapporto tra architettura e ingegneria strutturale tra storia e futuro – è divisa in quattro sezioni: ricerche, modelli, strutture e ponti.  A questi ultimi è dedicata un’attenzione particolare. I ponti di Musmeci sovvertono tutte le consuetudini: sono molto difficili da descrivere a parole perché sono forme nuove, talmente nuove da aver bisogno di nomi nuovi, che ancora non esistono. Musmeci cambia la forma delle pile che diventano simili a uccelli in volo e la forma dell’impalcato che è diventa un nastro sinuoso. Famoso, ma rimasto sulla carta, è il progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, con il quale Musmeci nel 1969 vinse ex aequo il concorso pubblico di idee per l’attraversamento dello Stretto. Il modello originale esposto in mostra, in scala 1:1000, e quindi lungo oltre 4 metri, rappresenta l’idea rivoluzionaria di Musmeci: una tensostruttura sospesa-strallata che avrebbe potuto  contrastare la forte oscillazione dell’impalcato (il ponte sospeso infatti è molto “ballerino”, si comporta come un’altalena e per renderlo utilizzabile anche dalla ferrovia occorre fermare le sue oscillazioni). 
La prof.ssa Tullia Iori – InGenio – Conferenza stampa al MAXXI
Altrettanto famoso è il ponte sul Basento a Potenza: «Il ponte più bello del mondo: un guscio continuo equicompresso, la cui forma viene studiata attraverso le bolle di sapone: una struttura in cui lo spazio entra in ogni punto. Il ponte è stato dichiarato monumento di interesse culturale già nel 2003. In questi mesi è oggetto di un delicato progetto di restauro a seguito del concorso bandito dal Comune di Potenza nel 2020», afferma Tullia Iori, curatrice della mostra e professore ordinario all’Università di Roma “Tor Vergata”, Macroarea di Ingegneria, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, dove insegna Storia dell’ingegneria strutturale.  Visitando la mostra, oltre ai disegni originali e alle fotografie d’epoca, ci sono documenti audio e video recuperati negli archivi delle Teche Rai, in cui si può ascoltare la voce di Musmeci che racconta le sue opere e i progetti. È anche possibile sfogliare il volume dal titolo “L’archivio Sergio Musmeci nelle collezioni del MAXXI Architettura. L’inventario”, appena pubblicato. 
La mostra è inoltre un catalogo dei modelli di studio di Musmeci. Quali sono i materiali preferiti per i suoi modelli? Le bolle di sapone, per studiare l’equi-tensione, e la gomma, che si poteva tesare e poi anche misurare. Ma anche il plexiglas e la carta. In mostra, per la prima volta, sono esposti – dopo un accurato e minuzioso restauro – i modelli di studio delle sue strutture spaziali, gli antipoliedri. E anche il modello di carta dorata per il ponte semisommerso per il lago di Fogliano. Modelli facili da manipolare con cui l’ingegnere fantasticava per nuove forme delle costruzioni.  
Il ponte sul Basento – Basilicata
 La mostra è allestita come fosse il suo studio – con carta da spolvero, puntine, fogli attaccati ovunque e grandi piani di legno chiaro dove si disegnava tutto a mano, molto prima dell’avvento dei computer: piena di suggestioni, perché – come diceva Musmeci – “se mi lasciano spazio, io questo spazio lo invado!”

Matematica di base: hai bisogno di aiuto? Fino al 23 settembre puoi seguire i precorsi

Matematica di base: hai bisogno di aiuto? Fino al 23 settembre puoi seguire i precorsi
La Macroarea di Ingegneria organizza  corsi preparatori alla didattica del primo anno rivolti alle matricole o future matricole per l’anno accademico 2022-2023. I precorsi sono  aperti a chiunque voglia consolidare la propria formazione in Matematica di base. Pensati per aiutare studenti e studentesse di Ingegneria ad arrivare preparati/e ai corsi del primo anno.
 
I precorsi si svolgono dal 13 al 23 settembre 2022.  La mattina  le lezioni teoriche (ore 10:00 – 13:00), nel pomeriggio le esercitazioni (ore 14:30 alle 17:30).
Link Microsoft Teams collegandosi ai quali è possibile seguire le lezioni on line: 
Lezioni Online
Aula A2 
https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3axMafwKj2Ic3oorwLlrIw0k13CcMnqtvLPD1VzF6KGdU1%40thread.tacv2/1662105790701?context=%7b%22Tid%22%3a%2224c5be2a-d764-40c5-9975-82d08ae47d0e%22%2c%22Oid%22%3a%225d4dac72-fba6-4e30-be15-9b45ad6a8eb3%22%7d
Aula B2 
https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3axMafwKj2Ic3oorwLlrIw0k13CcMnqtvLPD1VzF6KGdU1%40thread.tacv2/1662106251725?context=%7b%22Tid%22%3a%2224c5be2a-d764-40c5-9975-82d08ae47d0e%22%2c%22Oid%22%3a%225d4dac72-fba6-4e30-be15-9b45ad6a8eb3%22%7d
Scarica la locandina Precorsi in Matematica di base – Ingegneria Uni Tor Vergata 2022
Per maggiori informazioni visita la pagina Prercorsi Ingegneria a.a. 2022 -2023 

 

Primi test per la vela “Demofly”: mondo della ricerca e progettazione industriale si incontrano in mare

Primi test per la vela “Demofly”: mondo della ricerca e progettazione industriale si incontrano in mare

di Pamela Pergolini

Il mondo dello sport della vela è divenuto popolare da molti anni grazie soprattutto alla “Amerca’s Cup”, competizione che suscita l’interesse mediatico anche perché a ogni edizione si susseguono innovazioni tecnologiche che  catturano sempre più l’attenzione e la curiosità anche dei non appassionati.

Lo sviluppo di queste tecnologie, che hanno l’obiettivo il migliorare le prestazioni delle imbarcazioni in mare, è stato possibile grazie all’utilizzo di metodologie ingegneristiche ad alto contenuto tecnologico, molte di derivazione aerospaziale, che hanno consolidato nel tempo una sinergia fra team di progettazione e ambienti di ricerca.

Il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa “Mario Lucertini” dell’Università di Roma “Tor Vergata”, da sempre molto attivo nello sforzo di integrare strumenti derivati dal mondo della ricerca nei processi di progettazione delle realtà industriali, ha avviato un progetto di ricerca focalizzato sulla progettazione di catamarani sportivi, mirato a promuovere, mediante la realizzazione di un dimostratore, l’integrazione fra mondo della ricerca e applicazioni industriali.

il progetto, denominato “DemoFly”, si propone di sviluppare una metodologia di progettazione ad ampio spettro nella quale combinare la ricerca della migliore configurazione globale dell’imbarcazione con l’applicazione di strumenti “High Fidelity” per l’ottimizzazione delle vele e delle appendici. Il lavoro prevede lo sviluppo di metodologie di analisi delle prestazioni globali, l’ottimizzazione dei vari componenti, la validazione degli strumenti tramite costruzione di prototipi e le verifiche sperimentali.

Nel settore navale la ricerca del Dipartimento ha interessato anche l’aerodinamica delle vele e la progettazione delle “foil” per barche volanti grazie al lavoro di ricerca condotto dal Laboratorio Radial Basis Function di “Tor Vergata”.

«Il laboratorio – racconta Corrado Groth, ricercatore di Costruzione di Macchine, presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa di “Tor Vergata” – è focalizzato sull’utilizzo avanzato delle Radial Basis Functions (RBF), uno strumento matematico molto potente che può essere impiegato nei campi e nelle applicazioni dell’ingegneria più disparate, dall’ottimizzazione di forma  per l’automotive o per l’aerospace allo studio dell’interazione fluido-struttura in ambito biomedicale». 

Dalla primavera proseguono i test in mare, i primi erano partiti lo scorso inverno, del prototipo di vela che i ricercatori di “Tor Vergata” stanno sviluppando in collaborazione con la veleria Challenger di Senigallia.

«Per la progettazione della vela – spiega Marco Evangelos Biancolini, professore di Costruzioni di macchine presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa – stiamo sviluppando strumenti che accoppiano analisi strutturali e aerodinamiche in modo da operare sulla “flying shape”, ovvero la forma dell’oggetto deformato dal carico aerodinamico».

Le prove si svolgono nelle acque dell’alta Toscana dove regolarmente si allenano e si confrontano in regata i timonieri più esperti del circuito nazionale. Il gruppo, composto da campioni plurimedagliati, non solo in abito nazionale, rappresenta un contesto di altissimo livello nel quale verificare i progressi tecnologici. Le attività in mare prevedono la verifica sperimentale delle prestazioni del prototipo e la successiva ottimizzazione definendone le modifiche utilizzando gli strumenti che si svilupperanno nell’ambito del progetto.

«Il dimostratore tecnologico è il catamarano Classe A che costituisce un perfetto laboratorio sul quale testare metodi e soluzioni con investimenti moderati», afferma Ubaldo Cella, ricercatore  Dipartimento di ingegneria dell’Impresa e velista molto attivo nel circuito delle regate nazionali. «Le regole di classe sono semplici e lasciano ampi margini alle innovazioni facilitando lo sviluppo di una delle derive più veloci e acrobatiche del panorama velico. I vincoli sono principalmente sul peso della barca, le dimensioni e la superfice velica. Pochi altri limiti pongono restrizioni sulle geometrie delle appendici».

«Non a caso molte delle soluzioni delle barche di Coppa America sono state recepite dal Classe A e gli stessi equipaggi lo hanno utilizzato come base di allenamento. Glenn Ashby, skipper di Emirates Team New Zealand, è stato più volte campione mondiale Classe A», aggiunge Marco Evangelos Biancolin.