Inaugurazione del dottorato “Tor Vergata” e ISIA ROMA DESIGN, interviene la direttrice della Galleria Borghese

Inaugurazione del dottorato “Tor Vergata” e ISIA ROMA DESIGN, interviene la direttrice della Galleria Borghese
In occasione dell’inaugurazione del Dottorato di ricerca di Interesse Nazionale (DIN)  in “Scienze del patrimonio culturale”, che si terrà giovedì 2 febbraio presso l’ Aula T12B (verde) della Macroarea di Lettere e Filosofia (via Columbia, 1) la direttrice della Galleria Borghese di Roma, Francesca Cappelletti, ordinaria di Storia dell’arte moderna all’Università di Ferrara, interverrà su “La Galleria Borghese da collezione e Museo pubblico: ricerche in corso”, partecipa Tullia Iori, prorettrice alla Didattica e professore ordinario presso la Macroarea di Ingegneria dove insegna “Storia dell’ingegneria strutturale”. 
Intervengono: Nathan Levialdi Ghiron, rettore di “Tor Vergata”,  Lucia Ceci, direttrice del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, Giovan Battista Fidanza, coordinatore del Dottorato di ricerca di interesse nazionale in Scienze del patrimonio culturale
Al dottorato, attivato per l’a.a. 2022- 2023 dall’Università di Roma “Tor Vergata” e da ISIA ROMA DESIGN, hanno aderito in forma associata anche le Accademie di Belle Arti di Catania, Firenze, Lecce, Macerata e Roma. Partecipano, in convenzione, l’Università Telematica Internazionale “Uninettuno”, l’Università telematica “E-Campus”, la Fondazione MAXXI e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). 
I Dottorati di interesse nazionale sono corsi di dottorato progettati e istituiti da un consorzio di Università e istituzioni di ricerca di alta qualificazione e di riconosciuto livello internazionale. 
Per informazioni: ilaria.brunati@students.uniroma2.it
 

 

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Sergio Musmeci l’ingegnere visionario, in mostra al MAXXI fino al 10 aprile

Sergio Musmeci l’ingegnere visionario, in mostra al MAXXI fino al 10 aprile

di Pamela Pergolini

Il Centro Archivi Architettura del MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma ospita fino al 10 aprile 2023 la mostra InGenio. Idee visionarie dall’Archivio di Sergio Musmeci, Ingegnere visionario scomparso prematuramente nel 1981, a soli 55 anni, Sergio Musmeci ha cercato di anticipare il futuro, lasciando molte idee originali ancora da sviluppare, attuali ancora oggi. Il suo Archivio è custodito nelle Collezioni del MAXXI Architettura. “Il mio lavoro – affermava Musmeci – consiste nel trovare forme risolutive di problemi: forme nuove, che non hanno ancora nome”. In mostra sono esposti alcuni tra i progetti più visionari di Musmeci nei quali il progettista, capace di avventurarsi in campi pionieristici per la sua epoca, sperimenta forme: superfici piegate come origami, intrecci di travi, membrane fluide, strutture reticolari spaziali senza nodi. Abile matematico, nel suo archivio ci sono pagine e pagine di calcoli che accennano a nuove teorie per rifondare la statica come quella del minimo strutturale, una teoria delle forme strutturali cha aiuti a progettarle. 
La mostra, che è stata presentata nell’ambito della conferenza stampa il 30 settembre 2022, al MAXXI, insieme alla mostra “Technoscape. L’Architettura dell’Ingegneria” – che indaga il rapporto tra architettura e ingegneria strutturale tra storia e futuro – è divisa in quattro sezioni: ricerche, modelli, strutture e ponti.  A questi ultimi è dedicata un’attenzione particolare. I ponti di Musmeci sovvertono tutte le consuetudini: sono molto difficili da descrivere a parole perché sono forme nuove, talmente nuove da aver bisogno di nomi nuovi, che ancora non esistono. Musmeci cambia la forma delle pile che diventano simili a uccelli in volo e la forma dell’impalcato che è diventa un nastro sinuoso. Famoso, ma rimasto sulla carta, è il progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, con il quale Musmeci nel 1969 vinse ex aequo il concorso pubblico di idee per l’attraversamento dello Stretto. Il modello originale esposto in mostra, in scala 1:1000, e quindi lungo oltre 4 metri, rappresenta l’idea rivoluzionaria di Musmeci: una tensostruttura sospesa-strallata che avrebbe potuto  contrastare la forte oscillazione dell’impalcato (il ponte sospeso infatti è molto “ballerino”, si comporta come un’altalena e per renderlo utilizzabile anche dalla ferrovia occorre fermare le sue oscillazioni). 
La prof.ssa Tullia Iori – InGenio – Conferenza stampa al MAXXI
Altrettanto famoso è il ponte sul Basento a Potenza: «Il ponte più bello del mondo: un guscio continuo equicompresso, la cui forma viene studiata attraverso le bolle di sapone: una struttura in cui lo spazio entra in ogni punto. Il ponte è stato dichiarato monumento di interesse culturale già nel 2003. In questi mesi è oggetto di un delicato progetto di restauro a seguito del concorso bandito dal Comune di Potenza nel 2020», afferma Tullia Iori, curatrice della mostra e professore ordinario all’Università di Roma “Tor Vergata”, Macroarea di Ingegneria, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, dove insegna Storia dell’ingegneria strutturale.  Visitando la mostra, oltre ai disegni originali e alle fotografie d’epoca, ci sono documenti audio e video recuperati negli archivi delle Teche Rai, in cui si può ascoltare la voce di Musmeci che racconta le sue opere e i progetti. È anche possibile sfogliare il volume dal titolo “L’archivio Sergio Musmeci nelle collezioni del MAXXI Architettura. L’inventario”, appena pubblicato. 
La mostra è inoltre un catalogo dei modelli di studio di Musmeci. Quali sono i materiali preferiti per i suoi modelli? Le bolle di sapone, per studiare l’equi-tensione, e la gomma, che si poteva tesare e poi anche misurare. Ma anche il plexiglas e la carta. In mostra, per la prima volta, sono esposti – dopo un accurato e minuzioso restauro – i modelli di studio delle sue strutture spaziali, gli antipoliedri. E anche il modello di carta dorata per il ponte semisommerso per il lago di Fogliano. Modelli facili da manipolare con cui l’ingegnere fantasticava per nuove forme delle costruzioni.  
Il ponte sul Basento – Basilicata
 La mostra è allestita come fosse il suo studio – con carta da spolvero, puntine, fogli attaccati ovunque e grandi piani di legno chiaro dove si disegnava tutto a mano, molto prima dell’avvento dei computer: piena di suggestioni, perché – come diceva Musmeci – “se mi lasciano spazio, io questo spazio lo invado!”

8/05 – seminario “AVA 2.0: il ruolo degli studenti”

La prof. Michela Vellini, in qualità di membro del Presidio di qualità di ateneo per la macroarea di Ingegneria, ha organizzato un incontro con gli studenti di Ingegneria dal titolo “AVA 2.0: il ruolo degli studenti”. L’appuntamento è per martedì 8 maggio, h 15:30 – 17:00, in aula A4, Edificio Didattica.

Il seminario è svolto in prospettiva della visita ANVUR del 14-18 maggio 2018 ed è aperto a tutti gli studenti, ma in particolare ai rappresentati degli studenti nei CdS e nel Dipartimento visitati da Anvur. Saranno illustrate – lato studenti – le nuove Linee guida AVA 2.0 che Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario) sta adottando dal 2017 in occasione delle visite di accreditamento periodico presso gli atenei italiani.

Introduce i lavori il Coordinatore della Struttura di raccordo della macroarea di Ingegneria, Prof. Silvello Betti.

Animano il Seminario
• Prof. Michela Vellini – membro PQA
• Prof. Tullia Iori – Coordinatore CdS Ingegneria Edile-Archiettura
• Prof. Vittorio Rocco – Coordinatore CdS Ingegneria Energetica.

Studenti e docenti sono invitati a partecipare.

 

Per approfondire, visita anche il sito Anvur e le nuove linee guida

IL TUBO INNOCENTI di Ilaria Giannetti vince Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2017 per le Scienze dell’Ingegneria e dell’Architettura

Il primo posto nell’area delle Scienze dell’ingegneria e dell’architettura è stato conquistato da Ilaria Giannetti, con il libro Il tubo Innocenti – Protagonista invisibile della Scuola italiana di Ingegneria, edito da Gangemi, 2017. 

Questo libro racconta la storia di quello che familiarmente si chiama il “tubo Innocenti”: più precisamente, di un piccolo giunto di acciaio che, inventato da Ferdinando Innocenti nel 1934, permette il bloccaggio di due tubi e il conseguente allestimento di spettacolari castelli. Fino alla metà degli anni ‘60, il sistema tubo-giunto Innocenti ha avuto, però, una vita parallela: una storia avventurosa al fianco delle grandi strutture. Ed è questa che qui si racconta. Una vita in cui il tubo-giunto è il migliore complice, il ghost writer, del successo della Scuola Italiana di Ingegneria. Complice dei successi del cemento armato, grazie anche ai perfezionamenti suggeriti da Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi, la centina Innocenti diventa la bellissima “primadonna” del cantiere artigianale ed è protagonista dell’affermazione della Scuola italiana di Ingegneria. Coinvolta anch’essa nel declino degli anni settanta, lascia il posto a sistemi costruttivi industrializzati, rimanendo però uno dei prodotti più tipici del design “Made in Italy”.

Ilaria Giannetti (1982), architetto, è ricercatore post-doc per il progetto “SIXXI – Storia dell’ingegneria strutturale in Italia”, coordinato da Sergio Poretti e Tullia Iori, presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Dottore di ricerca in “Ingegneria edile: architettura e costruzione”.

 

Visita il sito del progetto SIXXI
e il sito dell’Associazione Italiana del Libro per le immagini della premiazione

“Nervi e gli altri”. Conferenza al MAXXI

Invito 08-06-2016Mercoledì 8 giugno, alle 17:00, al MAXXI, nel Centro Archivi di Architettura, i professori Tullia Iori e Sergio Poretti del DICII – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica tengono una conferenza a due voci dal titolo:

“Nervi e gli altri”

L’incontro è dedicato alla lettura di quattro linguaggi strutturali, tra i più significativi, della Scuola Italiana di Ingegneria.
Si parte da Pier Luigi Nervi, negli anni del miracolo economico e del boom dell’ingegneria italiana, per cogliere l’unicità delle sue “forme naturalmente resistenti”, così diverse dalle coeve “figure artificialmente in equilibrio” di Riccardo Morandi. Il racconto prosegue con le “essenziali strutture di design” di Silvano Zorzi che magistralmente prolungano la vita della Scuola italiana negli anni Settanta, per arrivare alle “visionarie forme senza nome” di Sergio Musmeci, che completano il quadro dell’identità delle strutture Made in Italy.

 

La conferenza tocca temi della ricerca SIXXI.
L’ingresso è libero.