Ceneri pesanti da termovalorizzazione dei rifiuti: la strada del riciclo della frazione minerale da rifiuto a prodotto

Ceneri pesanti da termovalorizzazione dei rifiuti: la strada del riciclo della frazione minerale da rifiuto a prodotto

di Pamela Pergolini

La Termovalorizzazione di rifiuti dà origine a diversi flussi di residui solidi, tra cui le ceneri pesanti, dette anche scorie di fondo oppure, con il termine inglese, “Bottom Ash” (BA), che rappresentano il quantitativo più abbondante, ovvero circa il 15-22%, in peso, dei rifiuti trattati. 
Nel 2020 in Europa in base ai rifiuti avviati a termovalorizzazione, circa 101 milioni di tonnellate tra rifiuti urbani, commerciali e industriali, si stima una produzione di circa 20 milioni di tonnellate di ceneri pesanti (BA) da termovalorizzazione di rifiuti, in seguito al processo di combustione. In questa parte residua incombustibile dei rifiuti inceneriti sono presenti importanti quantità di metalli e minerali che offrono molte opportunità di riciclo. In Italia esistono già diversi grandi impianti di trattamento per questi residui che recuperano metalli ferrosi e alluminio, oltreché materiali da utilizzare nel campo dell’ingegneria civile. La frazione minerale delle ceneri pesanti presenta infatti una composizione fisico-chimica in termini di costituenti principali simile a quella dei materiali impiegati nell’ingegneria civile come inerti o filler; tuttavia, presenta tipicamente un contenuto più elevato di contaminanti inorganici, come metalli, metalloidi e sali che potrebbero essere rilasciati (o “lisciviati”) a contatto con acqua, in funzione delle loro caratteristiche e delle condizioni di utilizzo. Attualmente, la maggior parte della frazione minerale delle ceneri di fondo viene riciclata, ma non è stata stabilita a livello nazionale una procedura per attribuire alla frazione minerale, che costituisce oltre il 75% in peso delle ceneri pesanti, la qualifica di prodotto invece di rifiuto (End of Waste). Ciò determina incertezze per il settore e una diversificazione a livello regionale delle procedure applicate per determinare la compatibilità ambientale dei prodotti di riciclo.  
LO STUDIO INGEGNERIA “TOR VERGATA” – A2A
Nello studio commissionato dalla Gruppo A2A Ambiente al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII) dell’Università di Roma “Tor Vergata”  – e presentato durante il convegno “Verso un nuovo inizio per l’End of Waste”  che si è tenuto il 31 marzo a Villa Mondragone, Centro Congressi dell’Ateneo (a Monte Porzio Catone) –  è stata proposta e applicata una metodologia per valutare la compatibilità ambientale dell’utilizzo di prodotti ottenuti dal trattamento di ceneri pesanti da impianti di termovalorizzazione di rifiuti solidi. Lo studio rientra in un progetto di ricerca promosso da A2A che include anche la valutazione degli effetti eco-tossicologici dei prodotti da parte della società ChemService SrL e di dati tecnico-prestazionali dei prodotti presi in esame, in collaborazione sia con gli impianti produttori sia con gli Enti di controllo. I risultati dello studio verranno pubblicati a breve su una rivista scientifica internazionale. 
PRINCIPIO GERARCHICO DEI RIFIUTI
Esiste una gerarchia dei rifiuti, contenuta nella direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/EC) che stabilisce normative e politiche per il trattamento dei rifiuti nell’Unione Europea, e che individua una priorità nella gestione dei rifiuti. Si tratta di una serie di modalità da privilegiare per gestire i rifiuti con il minor impatto ambientale possibile: al primo posto della piramide troviamo la Prevenzione della produzione stessa del rifiuto, al secondo  il Riutilizzo/Riuso, prolungamento della vita utile dei prodotti; al terzo il Riciclo, ossia recupero di vari materiali;  in quarta posizione il Recupero di Energia, mediante produzione di biogas o termovalorizzazione; all’ultimo posto, con sostenibilità minima, lo Smaltimento in discarica controllata.  La gerarchia dei rifiuti costituisce un modello di sviluppo sostenibile secondo i principi dell’economia circolare. «Nello specifico – spiega il professor Francesco Lombardi, ordinario di Ingegneria Sanitaria e Ambientale al Dipartimento di Ingegneria Civile Ingegneria informatica di “Tor Vergata” – le operazioni di trattamento delle ceneri pesanti finalizzate al recupero di materia consistono nella separazione granulometrica, frantumazione, lavaggio, invecchiamento naturale e/o aggiunta di leganti. Le ceneri pesanti così trattate possono essere impiegate come aggregati o sostituti della sabbia in miscele di calcestruzzo o asfalto; aggregati o materiali di riempimento da impiegare senza legante, oppure come materia prima nella produzione di cemento o ceramica». 
QUANDO UN RIFIUTO DIVENTA END OF WASTE
Le condizioni affinché un rifiuto, in seguito ad un processo di recupero, cessi la qualifica di “rifiuto” per acquisire quella di “prodotto” (End of Waste) sono state definite a livello comunitario dalla Direttiva 2008/98/CE, come modificata dalla Direttiva (UE) 2018/851», prosegue il professor Lombardi. «Dalle ceneri pesanti europee, che ammontano complessivamente a 20 milioni di tonnellate l’anno, si può recuperare circa il 10% di ferro e 1% alluminio, con notevoli vantaggi economici e ambientali legati all’evitata produzione dei materiali recuperati». L’alluminio recuperato viene utilizzato prevalentemente nell’industria automobilistica, mentre il recupero della componente non metallica può servire per la realizzazione di materiale da costruzione. «Ad esempio, – aggiunge Lombardi –  l’aggregato di ceneri pesanti è presente nella costruzione di strade in Belgio, Francia, Portogallo, Regno Unito e Spagna».
IL RECUPERO DI CENERE PESANTI IN ITALIA  
«Anche se a livello Europeo non sono stati emanati criteri End of Waste per i prodotti derivanti dal trattamento della frazione minerale delle ceneri pesanti da incenerimento rifiuti ciò non significa che a livello nazionale non si possano trovare soluzioni adeguate, guardando anche alle esperienze degli altri stati membri», afferma il professor Lombardi. Da qui nasce lo studio promosso da A2A che ha l’obiettivo di proporre un approccio integrato per la valutazione complessiva di questi prodotti per un ulteriore approfondimento del grado di conoscenza delle implicazioni relative al loro utilizzo in determinati scenari. 
Leggi L’INTERVISTA IN LABORATORIO Ceneri pesanti: da rifiuto a risorsa – Prof. GIULIA COSTA, Ricercatore IASON VERGINELLI Ingegneria Sanitaria Ambientale, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII) 
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Il convegno/Da rifiuti a risorse: verso un nuovo inizio per l’End of Waste

Il convegno/Da rifiuti a risorse: verso un nuovo inizio per l’End of Waste
Venerdì 31 marzo 2023 il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica – DICII, in collaborazione con il Gruppo A2A, ha presentato i risultati di un innovativo studio dedicato alla trasformazione degli scarti in nuova materia.
Alla giornata di studio, organizzata presso il Centro Congressi di Ateneo di Villa Mondragone (via Frascati 51), a Monte Porzio Catone (Roma) dal DICII – Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e dal Gruppo A2A Life Company, sono state discusse le opportunità di recupero delle ceneri pesanti prodotte dal processo di termovalorizzazione di rifiuti non pericolosi e le procedure di valutazione della compatibilità ambientale di prodotti ottenuti recuperando le ceneri pesanti da termovalorizzazione, in pieno accordo con i principi dell’economia circolare
Hanno introdotto lavori, tra gli altri, il rettore Nathan Levialdi Ghiron, il direttore del Dipartimento DICII Renato Baciocchi, il Direttore del Dipartimento per la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale dell’ISPRA ing. Valeria Frittelloni e il responsabile Impianti di Termovalorizzazione A2A Simone Malvezzi. 
CHE COSA SI INTENDE PER “END OF WASTE”
É stato, Inoltre, illustrato il quadro normativo vigente comunitario e nazionale in materia di End of Waste (EoW) e l’approccio metodologico combinato per l’attribuzione dello stato di End of Waste  a prodotti di recupero dal trattamento di ceneri pesanti. Il termine “End of Waste”, tradotto in italiano con “Cessazione della qualifica di rifiuto”, si riferisce a un processo di recupero eseguito su un rifiuto, al termine del quale esso perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto. 
GLI INTERVENTI DEL DICII 
Per il Dipartimento di Ingegneria civile e Ingegneria Informatica  sono intervenuti Francesco Lombardi (“Il recupero delle ceneri pesanti da termovalorizzazione rifiuti: prospettive e criticità”), Giulia Costa (“Analisi del comportamento alla lisciviazione”), Iason Verginelli (“Analisi di rischio sanitario ambientale”). 
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Grazie a BackRep e all’Intelligenza Artificiale – e al Centro di ricerca CLACK del dip. di Ingegneria dell’Impresa “Mario Lucertini” – è più facile riconoscere i macrorifiuti nell’ambiente

Rifiuti abbandonati in natura, ricercatori di “Tor Vergata” mettono a punto un sistema per differenziare rifiuti direttamente sul posto

A cura dell’Ufficio Stampa di Ateneo

 

Si chiama “BackRep” e utilizza l’aumento dei dati per reti neurali e algoritmi per Intelligenza Artificiale

Gli studi sulla raccolta automatizzata dei rifiuti (Automated Waste Sorting) stanno contribuendo notevolmente a rendere più efficiente l’intero processo di riciclaggio. Una questione rilevante tuttavia rimane ancora irrisolta, ovvero come gestire la grande quantità di rifiuti che viene dispersa nell’ambiente invece di essere raccolta correttamente?

La ricerca condotta dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, pubblicata sulla rivista internazionale MDPI con il titolo “Data Augmentation Using Background Replacement for Automated Sorting of Littered Waste”, ha come obiettivo principale quello di costruire sistemi di smistamento automatico dei rifiuti per identificare e classificare i rifiuti gettati in natura. I ricercatori del Dipartimento dell’Ingegneria dell’Impresa “Mario Lucertini” di “Tor Vergata”, hanno sviluppato un sistema per la classificazione automatica di immagini, chiamato “BackRep”, in grado di riconoscere i rifiuti nell’ambiente in cui sono stati abbandonati. Il modello utilizza una procedura di aumento di dati per reti neurali, in particolare, e per algoritmi di Intelligenza Artificiale, in generale.

«BackRep espande i set di dati esistenti ritagliando i rifiuti solidi in immagini scattate su uno sfondo uniforme (bianco) e sovrapponendoli a sfondi più realistici», spiega il professor Fabio Massimo Zanzotto, autore della ricerca, docente di Natural Language Processing presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”  e coordinatore del Centro di Ricerca Interdipartimentale Artificial Intelligence Research su Linguaggio, Conoscenza e Cognizione” (CLAK)” presso il Dipartimento di Ingegneria dell’impresa ‘Mario Lucertini”.

La ricerca è stata portata avanti con la collaborazione di Arianna Patrizi, studentessa del corso di laurea magistrale in informatica a “Tor Vergata” e del Professor Giorgio Gambosi, Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa, e ha potuto contare, in parte, su un finanziamento di INAIL, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, per la realizzazione di un sistema di informazione su parchi avventura e ambienti non-wild che prevede una parte di analisi delle immagini.

«Per sperimentare la nostra procedura di aumento dei dati, abbiamo prodotto un nuovo set di dati in ambienti realistici (“Littered waste Testset”) e abbiamo osservato che i riconoscitori di rifiuti “addestrati” sui dati aumentati superano quelli addestrati sui set di dati esistenti. La procedura di aumento dei dati che abbiamo adottato sembra essere dunque un approccio praticabile per supportare lo sviluppo di riconoscitori di rifiuti per ambienti urbani e selvaggi», ha dichiarato Arianna Patrizi, tra gli autori della ricerca.

Il “Littered waste Testset” è composto da 114 immagini classificate secondo le categorie del dataset CompostNet, uno tra i primi sistemi di classificazione automatica dei rifiuti tramite immagini che utilizza una rete neurale per identificare differenti tipi di rifiuti compostabili e riciclabili. Un gruppo di volontari ha scattato le foto in contesti domestici ed esterni con diversi tipi di sfondi e luci. Il gruppo ha utilizzato la fotocamera del telefono e le immagini sono state quindi ridimensionate a 500 × 400 pixel. La distribuzione delle classi di rifiuti è stata determinata dai volontari. Questi sono rifiuti trovati nell’ambiente urbano e nelle loro case. Ai volontari è stato chiesto di produrre almeno dieci campioni per classe.

«I sistemi finora in uso sono in grado di classificare i rifiuti soltanto sullo sfondo omogeneo di nastri trasportatori. Il nostro sistema – continua Zanzotto – è in grado di classificare i rifiuti dove si trovano. Quindi, potrebbe in futuro equipaggiare robot che possono essere possono essere utilizzati per pulire boschi, foreste, coste e ambienti urbani rimuovendo i macrorifiuti.  “BackRep” è un modello generale di aumento dei dati che può essere utilizzato per diverse attività di riconoscimento delle immagini e aprire un interessante filone di ricerca».

 

A cura dell’Ufficio Stampa di Ateneo

 

2-4/09 – BUILDING SIMULATION 2019

Dal 2 al 4 settembre, presso gli spazi storici dell’Università Angelicum di Roma, si terrà il BUILDING SIMULATION 2019, evento di respiro internazionale dedicato alla simulazione del comportamento energetico degli edifici.

Il convegno, giunto alla sedicesima edizione, è un appuntamento a cadenza biennale organizzato da IBPSA (International Building Performance Simulation Association), associazione scientifica internazionale che conta più di 4000 soci e numerose delegazioni nazionali, tra cui IBPSA-Italia. La professoressa Cristina Cornaro del Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa dell’università di Roma “Tor Vergata”, docente di Fisica Tecnica Ambientale, è nel comitato organizzatore di BUILDING SIMULATION 2019.

L’evento, organizzato proprio da IBPSA-Italia, in collaborazione con la società Symposia, è patrocinato dal Comune di Roma, in particolare dal Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana – Centrale Unica Lavori Pubblici, dalle tre Università romane (Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Roma 3) e dai maggiori enti di ricerca (ENEA e CNR). Inoltre, numerose associazioni nazionali ed internazionali del settore sostengono la Conferenza. Fondamentali le collaborazioni con Zetema, per quanto riguarda le informazioni turistiche ai congressisti, e con il Convention Bureau Roma e Lazio, per gli aspetti di comunicazione e logistica.

Secondo recenti stime, in Europa il settore delle costruzioni è responsabile di circa il 40% dei consumi di energia primaria, il 40% delle emissioni di CO2, di un terzo dei consumi di acqua e di circa un terzo del totale dei rifiuti. La legislazione, anche comunitaria, si sta pertanto muovendo da anni nella direzione della riduzione degli impatti energetici ed ambientali del settore delle costruzioni e anche la comunità scientifica internazionale sta portando avanti un dibattito serrato su molti fronti.

Per poter progettare un edificio energeticamente efficiente occorre innanzitutto simularlo accuratamente, affidandosi a strumenti di calcolo via via più sofisticati e affidabili. Argomenti quali la simulazione edilizia su scala urbana ed il fenomeno dell’isola di calore, l’influenza dei dati climatici, l’illuminazione naturale, l’energia solare integrata negli edifici, il comfort e gli aspetti comportamentali degli occupanti degli edifici, gli edifici a energia quasi zero (NZEB), lo sviluppo e la validazione di nuovi software, insieme alla presentazione di numerosissimi casi-studio di edifici efficienti, saranno al centro dei lavori congressuali: nei tre giorni romani, circa 900 studiosi provenienti da tutto il mondo (accademici, consulenti, ingegneri, architetti) avranno modo di presentare e discutere le proprie ricerche più recenti.

Al congresso è associata una competizione tra studenti di tutto il mondo, a cui è stato chiesto di modellare ed ottimizzare energeticamente un edificio storico romano; saranno assegnati anche i premi per il miglior poster e il miglior lavoro scientifico presentato da giovani ricercatori.

Moltro ricco è anche il programma di visite tecniche e di eventi collaterali: i congressisti potranno visitare opere di grande interesse architettonico e impiantistico come il MAXXI, l’Ara Pacis e l’impianto fotovoltaico sulla copertura dell’Aula Paolo VI in Vaticano; di grande interesse anche il seminario, organizzato in collaborazione con il Comitato Termotecnico Italiano, sul Calcolo della prestazione energetica con il nuovo modello dinamico della UNI EN ISO 52016, che fornirà ai partecipanti importanti aggiornamenti di carattere normativo.

Il programma sociale prevede, tra le altre cose, l’evento “Italian wine ad food tasting” con la degustazione di alcune delle eccellenze dell’enogastronomia italiana e una performance de Coro di “Tor Vergata” prima del Gala dinner il 2 settembre presso la chiesa di San Martino ai Monti.

Per maggiori info: http://buildingsimulation2019.org/

Premio tesi di laurea sui modelli innovativi di gestione dei rifiuti

Torna il premio di AVA alle migliori tesi di laurea

Dopo il successo della prima edizione, anche quest’anno Alto Vicentino Ambiente indice il concorso che premia le migliori tesi di laurea che hanno come argomento i modelli innovativi per la gestione dei rifiuti.

 

Alto Vicentino Ambiente annuncia la seconda edizione del concorso che assegna un premio alle migliori tesi di laurea sulla gestione innovativa dei rifiuti. Possono partecipare le tesi che trattano temi legati alle nuove tecnologie, ai materiali riciclabili, ai trattamenti dei rifiuti, alla valorizzazione del rifiuto nella produzione di energia, a nuove forme di gestione/efficientamento del servizio di raccolta, ai sistemi di partnership per la riduzione dei rifiuti.

Il concorso si rivolge a tutti i laureati delle Università italiane che abbiano discusso o debbano discutere la tesi di laurea magistrale tra l’aprile del 2016 e l’ottobre del 2018. La novità rispetto alla passata edizione è l’aggiunta di un terzo riconoscimento: i premi in denaro infatti saranno assegnati alle tre tesi che si aggiudicheranno il punteggio maggiore. In particolare, il primo classificato riceverà un premio di 1.500 euro, il secondo classificato uno di 1.000 euro e il terzo classificato un premio di 500 euro.

La domanda di partecipazione, scaricabile dal sito www.altovicentinoambiente.it, dovrà pervenire entro e non oltre il 5 novembre 2018 via mail a comunicazione@altovicentinoambiente.it oppure via fax al numero 0445 575813, mentre tutta la documentazione cartacea e in formato elettronico dovrà essere inviata entro il 13 novembre 2018. Per l’invio del materiale cartaceo l’indirizzo di spedizione è AVA – Alto Vicentino Ambiente, via Lago di Pusiano 4 – 36015 Schio (VI).

Tutte le tesi dei partecipanti verranno sottoposte alla valutazione di una commissione e riceveranno un punteggio in base a diversi criteri, quali innovatività della proposta, applicabilità per AVA e i Comuni del territorio, impatto ambientale e risultati conseguibili dall’applicazione della proposta. Gli esiti saranno pubblicati sul sito di AVA a partire dal mese di dicembre 2018. I vincitori saranno premiati nel corso di una cerimonia pubblica, data e luogo della quale sono ancora in via di definizione.

Per qualsiasi informazione è possibile contattare Alto Vicentino Ambiente al numero 0445 575707 o alla mail comunicazione@altovicentinoambiente.it.

Il bando di concorso e tutte le informazioni sul premio si trovano alla pagina dedicata del sito web di AVA.