Si chiama Venus Swarm ed è la tecnologia sperimentata dall’Enea e dall’Università Tor Vergata di Roma. Sarà impiegata a difesa del Mose, ma potrà sventare anche minacce terroristiche
di Andrea Frollà
Venezia ha un nuovo alleato nella difesa dall’acqua alta. Si tratta di Venus Swarm, uno sciame di robot che simuleranno tra le acque della lagune il comportamento dei pesci. La tecnologia è stata messa a punto da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dall’Università Tor Vergata di Roma e sarà impiegata per la sorveglianza del Mose, il sistema di difesa dell’acqua alta della città veneziana.
Venus Swarm, presentata oggi a Expo Venice, aiuterà anche il monitoraggio dell’infrastruttura verificando infiltrazioni d’acqua, ma anche possibili sabotaggi o minacce di attacchi terroristici. I droni che nuoteranno nelle acque di Venezia manterranno pochi metri di distanza l’uno dall’altro.
I nodi di rete, come vengono chiamati questi robot, utilizzeranno il suono e la luce per comunicare. Quando il sistema ottico avrà difficoltà per via dell’acqua poco pulita, verrà in soccorso il sistema acustico garantendo le prestazioni minime.
Quella di Venezia potrebbe essere solo la prima applicazione di questa tecnologia innovativa, che si presta ad essere utilizzata anche a ridosso di piattaforme petrolifere, porti e gasdotti. Ma anche per rilevazioni sulla qualità dei mari e dei fondali, così come per il rilevamento di reperti archeologici e il controllo dell’inquinamento.
“Questo è un progetto che ha preso spunto dalle forme di aggregazione animale e intelligenza di gruppo” –spiega Vincenzo Nanni, uno degli esperti del laboratori di robotica di Enea- “Con Venus Swarm abbiamo coronato anni di ricerca”.
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