Il Centro Archivi Architettura del MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma ospita fino al 10 aprile 2023 la mostra InGenio. Idee visionarie dall’Archivio di Sergio Musmeci, Ingegnere visionario scomparso prematuramente nel 1981, a soli 55 anni, Sergio Musmeci ha cercato di anticipare il futuro, lasciando molte idee originali ancora da sviluppare, attuali ancora oggi. Il suo Archivio è custodito nelle Collezioni del MAXXI Architettura. “Il mio lavoro – affermava Musmeci – consiste nel trovare forme risolutive di problemi: forme nuove, che non hanno ancora nome”. In mostra sono esposti alcuni tra i progetti più visionari di Musmeci nei quali il progettista, capace di avventurarsi in campi pionieristici per la sua epoca, sperimenta forme: superfici piegate come origami, intrecci di travi, membrane fluide, strutture reticolari spaziali senza nodi. Abile matematico, nel suo archivio ci sono pagine e pagine di calcoli che accennano a nuove teorie per rifondare la statica come quella del minimo strutturale, una teoria delle forme strutturali cha aiuti a progettarle.
La mostra, che è stata presentata nell’ambito della conferenza stampa il 30 settembre 2022, al MAXXI, insieme alla mostra “Technoscape. L’Architettura dell’Ingegneria” – che indaga il rapporto tra architettura e ingegneria strutturale tra storia e futuro – è divisa in quattro sezioni: ricerche, modelli, strutture e ponti. A questi ultimi è dedicata un’attenzione particolare. I ponti di Musmeci sovvertono tutte le consuetudini: sono molto difficili da descrivere a parole perché sono forme nuove, talmente nuove da aver bisogno di nomi nuovi, che ancora non esistono. Musmeci cambia la forma delle pile che diventano simili a uccelli in volo e la forma dell’impalcato che è diventa un nastro sinuoso. Famoso, ma rimasto sulla carta, è il progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, con il quale Musmeci nel 1969 vinse ex aequo il concorso pubblico di idee per l’attraversamento dello Stretto. Il modello originale esposto in mostra, in scala 1:1000, e quindi lungo oltre 4 metri, rappresenta l’idea rivoluzionaria di Musmeci: una tensostruttura sospesa-strallata che avrebbe potuto contrastare la forte oscillazione dell’impalcato (il ponte sospeso infatti è molto “ballerino”, si comporta come un’altalena e per renderlo utilizzabile anche dalla ferrovia occorre fermare le sue oscillazioni).
La prof.ssa Tullia Iori – InGenio – Conferenza stampa al MAXXI
Altrettanto famoso è il ponte sul Basento a Potenza: «Il ponte più bello del mondo: un guscio continuo equicompresso, la cui forma viene studiata attraverso le bolle di sapone: una struttura in cui lo spazio entra in ogni punto. Il ponte è stato dichiarato monumento di interesse culturale già nel 2003. In questi mesi è oggetto di un delicato progetto di restauro a seguito del concorso bandito dal Comune di Potenza nel 2020», afferma Tullia Iori, curatrice della mostra e professore ordinario all’Università di Roma “Tor Vergata”, Macroarea di Ingegneria, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, dove insegna Storia dell’ingegneria strutturale. Visitando la mostra, oltre ai disegni originali e alle fotografie d’epoca, ci sono documenti audio e video recuperati negli archivi delle Teche Rai, in cui si può ascoltare la voce di Musmeci che racconta le sue opere e i progetti. È anche possibile sfogliare il volume dal titolo “L’archivio Sergio Musmeci nelle collezioni del MAXXI Architettura. L’inventario”, appena pubblicato.
La mostra è inoltre un catalogo dei modelli di studio di Musmeci. Quali sono i materiali preferiti per i suoi modelli? Le bolle di sapone, per studiare l’equi-tensione, e la gomma, che si poteva tesare e poi anche misurare. Ma anche il plexiglas e la carta. In mostra, per la prima volta, sono esposti – dopo un accurato e minuzioso restauro – i modelli di studio delle sue strutture spaziali, gli antipoliedri. E anche il modello di carta dorata per il ponte semisommerso per il lago di Fogliano. Modelli facili da manipolare con cui l’ingegnere fantasticava per nuove forme delle costruzioni.
Il ponte sul Basento – Basilicata
La mostra è allestita come fosse il suo studio – con carta da spolvero, puntine, fogli attaccati ovunque e grandi piani di legno chiaro dove si disegnava tutto a mano, molto prima dell’avvento dei computer: piena di suggestioni, perché – come diceva Musmeci – “se mi lasciano spazio, io questo spazio lo invado!”