Mettiamo subito in chiaro una cosa: alle Olimpiadi dell’Informatica possono partecipare SOLO gli studenti delle superiori. Ma i tre finalisti a livello nazionale provenienti dalla regione Lazio hanno seguito il corso di preparazione organizzato da Ingegneria Informatica a “Tor Vergata”.
Le Olimpiadi di Informatica sono una competizione scientifica che si svolge annualmente ed è rivolta a tutti gli studenti delle scuole secondarie superiori italiane. Da questa esce la squadra italiana che partecipa all’evento mondiale dell’International Olympiad in Informatics la cui 29ma edizione si terrà dal 28 luglio al 4 agosto 2017 a Teheran.
Il prof Giuseppe Italiano del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica cura nell’ambito di una convenzione tra il Dipartimento e l’Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico (AICA) un corso di preparazione alle Olimpiadi di Informatica.
Il corso di Tor Vergata è rivolto agli studenti delle scuole superiori della regione Lazio che hanno superato le selezioni scolastiche e vuole guidarli nella preparazione per la selezione territoriale. Si tiene di regola tra gennaio e aprile di ogni anno presso la nostra Università, nell’ambito di una convenzione con il dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica.
Quest’anno dopo una prima selezione svolta direttamente nelle scuole, sono stati ammessi alla seconda fase delle selezioni territoriali poco più di 1400 studenti. Di questi, soltanto 96 sono stati selezionati per partecipare alle finali nazionali, tenutesi a Catania dal 15 al 17 settembre scorso.
“Tutti e tre i ragazzi selezionati alle finali nazionali per la regione Lazio (Dario Petrillo del liceo classico Bertrand Russel di Roma, Mirko Giacchini dell’IISS Sandro Pertini di Genzano e Matteo Ruggeri dell’ITIS Stanislao Cannizzaro di Colleferro, ndr) hanno partecipato al corso di preparazione che abbiamo tenuto a Tor Vergata – ha sottolineato il prof Italiano – Aggiungo anche, con una punta di malcelato orgoglio, che uno di loro, Mirko Giacchini, si è addirittura classificato al secondo posto alle finali nazionali! Mirko sarà molto probabilmente anche selezionato tra i quattro ragazzi che rappresenteranno l’Italia all’International Olympiad in Informatics che si terrà a Teheran nel 2017”.
“Sono convinto – ha aggiunto il prof Italiano – che contribuire a far emergere e valorizzare le “eccellenze” esistenti tra i nostri giovani può ripagarci ampiamente di tutti gli sforzi che stiamo facendo”. E di eccellenze si tratta: uno dei tre, Mirko Giacchini, è risultato vincitore assieme a due suoi compagni della 4C anche della XI Edizione del concorso ScienzaPerTutti bandita da INFN per l’ a.s. 2015-2016.
Tra 10 miliardi di miliardi di possibilità, il calendario 2016/2017 della Serie A Pallavolo Maschile è il miglior calendario possibile, grazie alla Ricerca Operativa.
Dalla stagione 2016/2017, la Serie A della Pallavolo maschile italiana ha il proprio calendario degli incontri con le giornate di andata e ritorno pianificato scientificamente, grazie alla Ricerca Operativa, nel laboratorio di Ottimizzazione Globale dell’Università di Firenze a cura dei docenti Fabio Schoen e Marco Sciandrone, dei dottorandi Guido Cocchi, Alessandro Galligari e Federica Picca Nicolino, in collaborazione con la ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica dell’Università di Roma “Tor Vergata” Veronica Piccialli.
La ricerca operativa è la branca della matematica applicata in cui problemi decisionali complessi vengono analizzati e risolti mediante modelli matematici e metodi quantitativi avanzati.
L’obiettivo è quello di fornire un supporto alle decisioni. In particolare, la ricerca operativa permette di formalizzare un problema del mondo reale tramite un modello matematico e calcolare una soluzione ottima, quando possibile, o approssimata rispetto a un certo criterio (indice di performance, costi etc).
Veronica Piccialli, che oltre ad aver collaborato alla stesura del modello, è anche una ex giocatrice di pallavolo. È proprio lei a spiegarci perché per stilare un calendario sportivo bisogna chiedere aiuto all’università: “Servono competenze di ricerca operativa e informatica per selezionare il calendario migliore tra tutte le possibilità che nel caso specifico sono nell’ordine di 10 miliardi di miliardi. La pallavolo non è il calcio, quindi ci sono problemi di concomitanza nello stesso palazzetto condiviso da più squadre e/o da pallavolo e basket, problemi di lunghezza di trasferta in caso di partecipazione a coppe europee, etc. Inoltre si deve cercare di ottimizzare la resa in termini di pubblico e diritti televisivi (vedi big match nei giorni festivi, bilanciare i turni infrasettimanali etc). Consideriamo poi che fino a quest’anno veniva fatto quasi a mano, procedendo sostanzialmente per tentativi e cercando di accontentare tutte le squadre”.
Per realizzare il calendario non è stato creato del nuovo software. “In realtà è il modello a essere nuovo, ma sono stati usati solutori open source che si trovano in rete”, ha precisato Piccialli.
Così il modello studiato per il calendario 2016/2017 sarà utilizzato anche in futuro per i nuovi calendari sportivi della Lega Pallavolo. Dal punto di vista scientifico, la ricerca intanto è già stata proposta a Interfaces http://pubsonline.informs.org/journal/inte rivista scientifica del settore che pubblica solo le applicazioni della Ricerca Operativa a problemi del mondo reale.
La Ricerca Operativa è insegnata a Ingegneria “Tor Vergata” nei corsi di laurea in Ingegneria Informatica, Ingegneria Automatica e Ingegneria Gestionale: una conoscenza utile nel mondo del lavoro perché permette di fornire un rigoroso supporto alle decisioni.
Il sito della Lega Volley (video di presentazione)
Costruire uno “scudo” efficace contro il furto d’identità
Conferenza finale, a Milano il 5 settembre, per SYPCIT il progetto europeo per la prevenzione del cybercrime a tutela del cosumatore.
Il progetto Sypcit, cofinanziato dalla Commissione Europea, DG Home Affairs, nasce dalla collaborazione tra ADICONSUM, una delle principali associazioni di consumatori italiane, l’Università di Roma “Tor Vergata” – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, le due società specializzate Expert System (attiva nel settore del software semantico) e Kaspersky Lab Italia (attiva nel settore dell’Internet Security) e la Guardia di Finanza, Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche. Il progetto ha una dimensione transnazionale grazie alla partecipazione della Romania, attraverso la partnership con l’associazione di consumatori InfoCons.
Il progetto Sypcit si prefigge di promuovere nuovi modelli e strumenti di lotta e di prevenzione al furto di identità in rete. Cuore del progetto sono due nuovi strumenti: la APP “MP-Shield” e la piattaforma.
La APP è stata progettata per essere di ausilio ai consumatori ed è alla portata di tutti in quanto disponibile gratuitamente su smartphone con sistema Android. Essa permette di navigare in internet avendo più consapevolezza dei possibili rischi. Inoltre, rende la navigazione più sicura, perché dotata di strumenti automatizzati di sorveglianza dello scambio di dati sia in chiaro che in background di cui difficilmente ci rendiamo conto. Il consumatore riceverà un alert nel caso si apra una mail di phishing (in proposito vedere il video tutorial) o si immettano in rete dati personali su siti riconosciuti come non sicuri o classificati come potenzialmente tali dalla piattaforma Sypcit.
La piattaforma Sypcit, invece, è una piattaforma messa a disposizione delle Forze dell’Ordine. Alla base del suo funzionamento vi è un sistema di analisi semantica delle fonti web, in grado di categorizzarle e classificarle secondo una serie di criteri atti a identificarne in modo automatizzato il contenuto e la potenziale pericolosità. Questo permetterà agli investigatori di usufruire di materiale già strutturato e pre-analizzato su cui lavorare in modo mirato e più efficace.
Il progetto Sypcit comprende anche una Campagna di informazione al consumatore con un sito web in tre lingue (www.sypcit.it), materiali e strumenti multimediali di educazione e approfondimento.
Il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII) dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” svolge da decenni attività di ricerca e didattica in ambito Cyber Security.
In particolare, il gruppo di ricerca in Cyber Security, guidato dal Prof. Giuseppe F. Italiano, svolge intensa attività di ricerca in molte aree della sicurezza informatica, tra cui network-based security, host-based security, mobile security, digital and mobile forensics e social network analysis.
Le attività di ricerca sono svolte in stretta collaborazione con importanti network e partner internazionali e nazionali (tra cui forze di polizia) e sono state finanziate da vari progetti europei – come SYPCIT – da enti pubblici, da imprese private, da industrie e da associazioni di categoria.
Il gruppo di ricerca ha anche partecipato alla fondazione di varie startup in ambito Cyber Security, come ad esempio TrustMyPhone (trustmyphone.com) e ha tenuto corsi di alta formazione in ambito cyber security per la Polizia Postale e delle Comunicazioni e per l’Arma dei Carabinieri.
Ora il furto d’identità si previene con una app da scaricare sul proprio smartphone
Il furto d’identità si combatte anche con una APP. È questa una delle attività previste dal progetto Sypcit, cofinanziato dalla Commissione europea, DG Affari Interni, di cui Adiconsum è coordinatore per l’Italia, in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, le imprese Expert System e Kaspersky Lab Italia, l’Associazione Consumatori rumena InfoCons e il prezioso supporto della Guardia di Finanza – Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche.
Il progetto Sypcit si prefigge di promuovere nuovi modelli e strumenti di lotta e di prevenzione al furto di identità in rete. Cuore del progetto sono due nuovi strumenti: la APP “MP-Shield” e la piattaforma.
La APP è stata progettata per essere di ausilio ai consumatori ed è alla portata di tutti in quanto disponibile gratuitamente su smartphone con sistema Android. Essa permette di navigare in internet avendo più consapevolezza dei possibili rischi. Inoltre, rende la navigazione più sicura, perché dotata di strumenti automatizzati di sorveglianza dello scambio di dati sia in chiaro che in background di cui difficilmente ci rendiamo conto. Il consumatore riceverà un alert nel caso si apra una mail di phishing (in proposito vedere il video tutorial) o si immettano in rete dati personali su siti riconosciuti come non sicuri o classificati come potenzialmente tali dalla piattaforma Sypcit.
La piattaforma Sypcit, invece, è una piattaforma messa a disposizione delle Forze dell’Ordine. Alla base del suo funzionamento vi è un sistema di analisi semantica delle fonti web, in grado di categorizzarle e classificarle secondo una serie di criteri atti a identificarne in modo automatizzato il contenuto e la potenziale pericolosità. Questo permetterà agli investigatori di usufruire di materiale già strutturato e pre-analizzato su cui lavorare in modo mirato e più efficace.
Sul progetto Sypcit, che comprende anche una Campagna di informazione al consumatore con un sito web in tre lingue (www.sypcit.it), materiali e strumenti multimediali di educazione e approfondimento, si terrà una conferenza finale lunedì 5 settembre a Milano.
Sweaty 2.0 è arrivato ai quarti di finale il 2 luglio, quando la nazionale italiana di calcio ha affrontato la Germania ai quarti di finale degli Europei.
Sweaty2.0 ha vinto ai quarti contro Brains Adult 2-0. E alle semifinali contro IRC per 3-2.
Sweaty2.0 ha perso la finale del 4 luglio, contro Baset Adult-Size per 1-0, aggiudicandosi il secondo posto della RoboCup2016, categoria adult-size, tenutasi dal 30 giugno al 4 luglio 2016 a Lipsia.
Sweaty 2.0 è un robot ‘umanoide’, altro 1,60 m e pesante 24 kg di alluminio, acciaio e tecnologia avanzatissima, che sta in piedi da solo, tira calci a un pallone regolamentare e centra la porta avversaria.
I progettisti delle estremità di questo “pibe de oro” hi-tech sono due giovani studenti della magistrale in Ingegneria Meccanica di “Tor Vergata”, Yuri D’Antilio e Luca Donio, che hanno speso il loro Erasmus alla Hochschule Offenburg progettando i piedi e le caviglie di SWEATY 2.0, sotto la guida del prof. Hulrich Hochberg.
SWEATY 2.0
Sweaty è un progetto che nasce nel 2014, quando il team dell’università di Offenburg decide di partecipare per la prima volta alla competizione internazionale “RoboCup”. Sweaty 2.0 è la naturale evoluzione del precedente robot e ha partecipato alla RoboCup 2016.
Secondo gli organizzatori, la mission di RoboCup è incentivare la ricerca nel campo della robotica e ottenere entro il 2050 una classe di robot che siano in grado di competere con l’uomo in una vera partita di calcio. È questo il motivo per cui a Offenburg si è realizzato un robot che rientra nella categoria “umanoidi”, in particolare nella categoria “adult size” (quella che attualmente annovera i robot con le maggiori dimensioni).
caratteristiche tecniche salienti
Altezza: 1.60 m, Peso: ca. 24kg
Materiali: alluminio, fibra di carbonio, acciaio
Piedi, mani, testa e altri componenti realizzati in alluminio tramite stampante laser 3D
Ottica: UI3242LE-C (1280×1024 Pixelm fino a 60fps) con ottica grandangolare
“La mente”: 2x GIGABYTE Brix i7-Core@3.6GHz
Powerboard progettata ad hoc dal team: riesce ad erogare per ciascun componente il voltaggio richiesto con grande precisione
Comunicazione tra i vari componenti gestite tramite una board dedicata, anch’essa realizzata dal team: è in grado di pilotare in tempo reale tutti i servomotori, raccogliere i dati provenienti dai sensori installati e comunicare con i PC tramite Ethernet
Controller dedicato ai servomotori che, nelle condizioni di massimo carico, comunica con la poweboard e permette di sopportare un momentaneo sovraccarico pari ad una forza di 2100N
Generazione e controllo del movimento realizzato tramite software MATLAB Simulink/Stateflow
Il team di Sweaty 2.0Festa nel team per il trofeo
SWEATY ADN MAGMA TEAM
Nel suo complesso il team è composto da due compartimenti: il primo è lo Sweaty team, il quae ha curato la progettazione e realizzazione ex novo del robot – rispetto alla version 1.0 – curandone tutti gli aspetti riguardanti meccanica, dinamica e l’elettronica. Inoltre è stato generato il sistema di riconoscimento grazie al quale Sweaty è in grado di riconoscere tutte le entità in gioco (ad esempio palla, linee del campo, ostacoli, porta e tutto il resto).
Per quanto riguarda il team Magma, essi hanno fornito tutte le procedure decisionali sulle quali si basa l’intelligenza del robot, cioè l’insieme delle azioni che Sweaty deve eseguire per riconoscere la palla, trasportarla e calciare verso la porta avversaria.
I professori responsabili del progetto sono Ulrich Hochberg, Klaus Dorer e Michael Wülker. Quest’anno il team è composto da 26 persone: la maggior parte sono studenti o ricercatori dell’università di Offenburg. E non mancano persone che, come Yuri D’Antilio, partecipano al progetto svolgendo un lavoro proporzionale al tempo speso in mobilità (come col progetto Erasmus+). Attualmente collaborano anche una studentessa e uno studente provenienti dalla ECAM Strasbourg-Europe (Francia).
GLI STUDENTI DI INGEGNERIA TOR VERGATA in ERASMUS
Yuri D’Antilio (s)
Gli studenti provenienti dal nostro ateneo sono Yuri D’Antilio e Luca Donio. Quest’ultimo ha svolto con il team il suo lavoro di tesi lo scorso anno accademico: “Nella mia esperienza Erasmus a Offenburg, all’Università delle Scienze Applicate, mi sono occupato di progettare un componente del Robot “Sweaty”, il piede. La progettazione ha incluso le fasi di modellazione, ideazione di soluzioni costruttive e calcolo di studio del funzionamento. L’esperienza è stata enormemente formativa, sia per il contesto di lavoro sia per quello culturale e ha totalmente tenuto testa alla fama che la precedeva di eccezionale occasione di crescita personale.”
Anche per Yuri, che ha partecipato attivamente alla RoboCup2016 anche con ruolo di arbitro, l’esperienza extra-ateneo è stata impegnativa ma assai positiva: “Il mio lavoro è il naturale proseguimento di quanto svolto da Luca. In particolare ho lavorato alla progettazione e costruzione di un sensore a 6 assi per il rilevamento di forze e coppie montato nella caviglia del robot. In questo modo è possibile ricavare delle informazioni preziose per incrementare la stabilità del robot e pertanto anche la velocità di avanzamento”. E non mancano le
Luca Donio
sue considerazioni più personali: “L’esperienza Erasmus, infatti, mi ha permesso di imparare una nuova lingua, il tedesco, di vivere nuove esperienze e di condividere momenti con persone provenienti da altre culture ampliando enormemente il mio bagaglio umano”.
Per informazioni sulle opportunità di Erasmus per gli studenti di IngegneriaTorVergata, vai alla pagina dell’Ufficio Erasmus di Ingegneria o cunsulta il SITO ERASMUS+ d’Ateneo