“ISPE Pharma Hackathon”, la competizione ingegneristica per trovare soluzioni in ambito Operational Excellence

“ISPE Pharma Hackathon”, la competizione ingegneristica per trovare soluzioni in ambito Operational Excellence
Martedì 30 maggio, dalle ore 9.00 alle ore 18.30, nell’Aula Leonardo (Edificio Didattica – via del Politecnico, 1) si terrà l’evento “ISPE Pharma Hackathon” in collaborazione con Janssen, azienda leader nel settore farmaceutico. L’evento è rivolto a tutti gli studenti e studentesse  di Ingegneria che intendono mettersi alla prova  in ambito “Operational Excellence” ed è aperto a soli 50 partecipanti che saranno divisi in gruppi di lavoro e presenteranno la loro soluzione davanti a una giuria di esperti.
Tra i premi in palio: una visita nello stabilimento Janssen di Latina, un incontro con il Site Board e la possibilità di inserimento nei processi di selezione aziendale. Inoltre, tutti i partecipanti riceveranno un anno di iscrizione gratuita a ISPE – International Society for Pharmaceutical Engineering (ISPE), l’associazione internazionale no profit di professionisti del Life Science.
Iscrizioni (singolarmente o in gruppo) entro venerdì 26 maggio, fino al raggiungimento dei posti disponibili (50), a questo link 
 
 

 

Ceneri pesanti da termovalorizzazione dei rifiuti: la strada del riciclo della frazione minerale da rifiuto a prodotto

Ceneri pesanti da termovalorizzazione dei rifiuti: la strada del riciclo della frazione minerale da rifiuto a prodotto

di Pamela Pergolini

La Termovalorizzazione di rifiuti dà origine a diversi flussi di residui solidi, tra cui le ceneri pesanti, dette anche scorie di fondo oppure, con il termine inglese, “Bottom Ash” (BA), che rappresentano il quantitativo più abbondante, ovvero circa il 15-22%, in peso, dei rifiuti trattati. 
Nel 2020 in Europa in base ai rifiuti avviati a termovalorizzazione, circa 101 milioni di tonnellate tra rifiuti urbani, commerciali e industriali, si stima una produzione di circa 20 milioni di tonnellate di ceneri pesanti (BA) da termovalorizzazione di rifiuti, in seguito al processo di combustione. In questa parte residua incombustibile dei rifiuti inceneriti sono presenti importanti quantità di metalli e minerali che offrono molte opportunità di riciclo. In Italia esistono già diversi grandi impianti di trattamento per questi residui che recuperano metalli ferrosi e alluminio, oltreché materiali da utilizzare nel campo dell’ingegneria civile. La frazione minerale delle ceneri pesanti presenta infatti una composizione fisico-chimica in termini di costituenti principali simile a quella dei materiali impiegati nell’ingegneria civile come inerti o filler; tuttavia, presenta tipicamente un contenuto più elevato di contaminanti inorganici, come metalli, metalloidi e sali che potrebbero essere rilasciati (o “lisciviati”) a contatto con acqua, in funzione delle loro caratteristiche e delle condizioni di utilizzo. Attualmente, la maggior parte della frazione minerale delle ceneri di fondo viene riciclata, ma non è stata stabilita a livello nazionale una procedura per attribuire alla frazione minerale, che costituisce oltre il 75% in peso delle ceneri pesanti, la qualifica di prodotto invece di rifiuto (End of Waste). Ciò determina incertezze per il settore e una diversificazione a livello regionale delle procedure applicate per determinare la compatibilità ambientale dei prodotti di riciclo.  
LO STUDIO INGEGNERIA “TOR VERGATA” – A2A
Nello studio commissionato dalla Gruppo A2A Ambiente al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII) dell’Università di Roma “Tor Vergata”  – e presentato durante il convegno “Verso un nuovo inizio per l’End of Waste”  che si è tenuto il 31 marzo a Villa Mondragone, Centro Congressi dell’Ateneo (a Monte Porzio Catone) –  è stata proposta e applicata una metodologia per valutare la compatibilità ambientale dell’utilizzo di prodotti ottenuti dal trattamento di ceneri pesanti da impianti di termovalorizzazione di rifiuti solidi. Lo studio rientra in un progetto di ricerca promosso da A2A che include anche la valutazione degli effetti eco-tossicologici dei prodotti da parte della società ChemService SrL e di dati tecnico-prestazionali dei prodotti presi in esame, in collaborazione sia con gli impianti produttori sia con gli Enti di controllo. I risultati dello studio verranno pubblicati a breve su una rivista scientifica internazionale. 
PRINCIPIO GERARCHICO DEI RIFIUTI
Esiste una gerarchia dei rifiuti, contenuta nella direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/EC) che stabilisce normative e politiche per il trattamento dei rifiuti nell’Unione Europea, e che individua una priorità nella gestione dei rifiuti. Si tratta di una serie di modalità da privilegiare per gestire i rifiuti con il minor impatto ambientale possibile: al primo posto della piramide troviamo la Prevenzione della produzione stessa del rifiuto, al secondo  il Riutilizzo/Riuso, prolungamento della vita utile dei prodotti; al terzo il Riciclo, ossia recupero di vari materiali;  in quarta posizione il Recupero di Energia, mediante produzione di biogas o termovalorizzazione; all’ultimo posto, con sostenibilità minima, lo Smaltimento in discarica controllata.  La gerarchia dei rifiuti costituisce un modello di sviluppo sostenibile secondo i principi dell’economia circolare. «Nello specifico – spiega il professor Francesco Lombardi, ordinario di Ingegneria Sanitaria e Ambientale al Dipartimento di Ingegneria Civile Ingegneria informatica di “Tor Vergata” – le operazioni di trattamento delle ceneri pesanti finalizzate al recupero di materia consistono nella separazione granulometrica, frantumazione, lavaggio, invecchiamento naturale e/o aggiunta di leganti. Le ceneri pesanti così trattate possono essere impiegate come aggregati o sostituti della sabbia in miscele di calcestruzzo o asfalto; aggregati o materiali di riempimento da impiegare senza legante, oppure come materia prima nella produzione di cemento o ceramica». 
QUANDO UN RIFIUTO DIVENTA END OF WASTE
Le condizioni affinché un rifiuto, in seguito ad un processo di recupero, cessi la qualifica di “rifiuto” per acquisire quella di “prodotto” (End of Waste) sono state definite a livello comunitario dalla Direttiva 2008/98/CE, come modificata dalla Direttiva (UE) 2018/851», prosegue il professor Lombardi. «Dalle ceneri pesanti europee, che ammontano complessivamente a 20 milioni di tonnellate l’anno, si può recuperare circa il 10% di ferro e 1% alluminio, con notevoli vantaggi economici e ambientali legati all’evitata produzione dei materiali recuperati». L’alluminio recuperato viene utilizzato prevalentemente nell’industria automobilistica, mentre il recupero della componente non metallica può servire per la realizzazione di materiale da costruzione. «Ad esempio, – aggiunge Lombardi –  l’aggregato di ceneri pesanti è presente nella costruzione di strade in Belgio, Francia, Portogallo, Regno Unito e Spagna».
IL RECUPERO DI CENERE PESANTI IN ITALIA  
«Anche se a livello Europeo non sono stati emanati criteri End of Waste per i prodotti derivanti dal trattamento della frazione minerale delle ceneri pesanti da incenerimento rifiuti ciò non significa che a livello nazionale non si possano trovare soluzioni adeguate, guardando anche alle esperienze degli altri stati membri», afferma il professor Lombardi. Da qui nasce lo studio promosso da A2A che ha l’obiettivo di proporre un approccio integrato per la valutazione complessiva di questi prodotti per un ulteriore approfondimento del grado di conoscenza delle implicazioni relative al loro utilizzo in determinati scenari. 
Leggi L’INTERVISTA IN LABORATORIO Ceneri pesanti: da rifiuto a risorsa – Prof. GIULIA COSTA, Ricercatore IASON VERGINELLI Ingegneria Sanitaria Ambientale, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII) 
Notizie correlate: 
Il convegno/Da rifiuti a risorse: verso un nuovo inizio per l’End of Waste

 

Green Week Academy, borse di soggiorno per partecipare all’edizione 2023

Green Week Academy, borse di soggiorno per partecipare all’edizione 2023
La Green Week Academy, promossa da ItalyPost, Fondazione Symbola, e Corriere della Sera, in collaborazione con il Comune di Parma, è rivolta agli studenti dei corsi di laurea triennale, specialistica, master, dottorato e Istituti Tecnici Superiori. In programma dal 2 al 7 maggio, la Green Week è un’occasione per approfondire e discutere i percorsi che il mondo delle imprese più attente ai temi della sostenibilità stanno realizzando. 
APERTE LE CANDIDATURE
Anche nel 2023 il Festival guarda con attenzione particolare al coinvolgimento dei giovani delle Università italiane, ai quali intende offrire un’occasione unica di incontro, scambio e formazione. A tale scopo, l’organizzazione offre a un numero selezionato di studenti universitari la possibilità di candidarsi alla Green Week Academy e accedere alle borse di soggiorno. Gli studenti selezionati potranno partecipare attivamente alla manifestazione con: 
– percorsi guidati in aziende simbolo della sostenibilità e della green economy (2-4 maggio 2023);
– accesso preferenziale ai grandi eventi e alle conferenze delle cinque sezioni tematiche: “viaggiare sostenibile”, “mangiare sano e sostenibile”, “sostenibilità digitale”, “imprese e sostenibilità”, “luxury sostenibile”;
 – momenti di incontro e approfondimento con i grandi nomi della sostenibilità, della green economy e della transizione ecologica.
La scadenza per inviare la propria candidatura è domenica 9 aprile 2023.
GLI OSPITI DELL’EDIZIONE  2023
Tra i grandi ospiti confermati dell’edizione 2023:  Andrej Gejm, fisico, Premio Nobel per la Fisica, Henry Sanderson, giornalista, autore de “Il prezzo della sostenibilità. Vincitori e vinti nella corsa globale all’auto elettrica”(Post Editori, 2023), Maxine Bédat, fondatrice e direttrice New Standard Institute, autrice de “Il lato oscuro della moda” (Post Editori, 2022), Jan Lundqvist, senior scientific advisor SIWI-Stockholm International Water Institute, Giulio Boccaletti, ricercatore associato onorario Smith School of Enterprise Oxford University, autore di “Acqua: una biografia” (Mondadori, 2021), Alessio Terzi, docente HEC Paris e Sciences Po, economista DG ECFIN Commissione Europea.
STUDY TOUR “LE FABBRICHE DELLA SOSTENIBILITÀ” E I GRANDI TALK
La prima parte della Green Week (2-4 maggio 2023) sarà dedicata a un tour tra le imprese maggiormente innovative in termini di eco-sostenibilità. La seconda parte della settimana (5-7 maggio 2023) avrà invece come protagonisti la città di Parma e il Festival della Green Economy. Qui saranno presenti tutti i principali esperti nazionali e internazionali in materia di green economy e transizione ecologica.
Per candidature e programma completo della manifestazione visita il sito web  www.greenweekfestival.it
STUDENTI INTERNAZIONALI
Quest’anno è previsto anche un programma in lingua inglese per gli studenti internazionali per il percorso di visite nelle Fabbriche della Sostenibilità. Qui di seguito il bando in lingua inglese  www.greenweekfestival.it/international-academy/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pallanuoto paralimpica: la ricerca di Ingegneria “Tor Vergata” a bordo vasca

Pallanuoto paralimpica: la ricerca di Ingegneria “Tor Vergata” a bordo vasca

di Pamela Pergolini

Gli ingegneri di “Tor Vergata” hanno partecipato nel weekend (18-19 marzo 2023) al Collegiale di Potenza, il primo raduno della neo-nata nazionale di pallanuoto paralimpica, per contribuire da un punto di vista scientifico alla valutazione funzionale delle disabilità degli atleti. 
DUE GIORNATE DI ALLENAMENTI E RICERCA SCIENTIFICA 
A bordo vasca docenti e  ricercatori dell’Università di Roma “Tor Vergata”, guidati dal prof. Vincenzo Bonaiuto, Elettrotecnica, Dipartimento di Ingegneria Industriale, hanno svolto un lavoro di analisi acustico-visiva e raccolto misure strumentali per studiare le difficoltà dei 18 atleti convocati nella piscina Riviello dal direttore tecnico Mario Giugliano. Il prof. Bonaiuto e il suo team hanno avuto modo di applicare le tecnologie sviluppate all’interno dell’Università  alle classificazioni funzionali degli atleti, un percorso portato avanti dalla FINP – Federazione Italiana Nuoto Paralimpico in collaborazione con il corso di Laurea in Ingegneria medica di “Tor Vergata” e il coinvolgimento dei quattro Dipartimenti dell’Area di Ingegneria. L’obiettivo, a lungo termine, la partecipazione  degli azzurri in calottina alle Paralimpiadi di Los Angeles del 2028.
IL LABORATORIO DI INGEGNERIA DELLO SPORT
Il professor Bonaiuto nel 2017 ha fondato, presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, il “Laboratorio di Ingegneria dello Sport” dove il suo gruppo di ricerca sta sviluppando sistemi elettronici basati su multisensori, dispositivi indossabili atti al monitoraggio del movimento umano per la valutazione delle prestazioni sportive. 
LA PARTECIPAZIONE DELLA FEDERAZIONE CATALANA SPAGNOLA
“Alla due giorni di pallanuoto hanno partecipato i rappresentanti della Federazione Catalana Spagnola, che sulle orme della FINP cercheranno di capire le strategie e le modalità per istituire un campionato strutturato come quello italiano, che al momento, risulta essere il primo al mondo con regole adattate alla disciplina e con classificazioni precise e accurate”, si legge in una nota della FINP. 
Calottine azzurre: a Potenza la nazionale di pallanuoto paralimpica – Intervista prof. Vincenzo Bonaiuto  – RAI TGR Basilicata, servizio di Antonio Coronato, immagini Giuseppe Minoia, montaggio Pasquale Cipolletta.
Notizie correlate:
La pallanuoto alle Paralampiadi: collaborazione tra Ingegneria “Tor Vergata” e la FINP

Bioelettronica: controllare il comportamento delle cellule attraverso la luce, una ricerca tra l’ingegneria e la biologia medica

Bioelettronica: controllare il comportamento delle cellule attraverso la luce,  una ricerca tra l’ingegneria  e la biologia medica
  • Figura 1 -Piattaforma bio-fotoelettrolitica a polimeri semiconduttori. Schema dell'architettura aperta (a sinistra) e chiusa a sandwich (a destra)
  • Figura 2 - Analisi della dinamica del calcio cellulare. Le immagini vengono acquisite prima (basale) e dopo (indotta) 30 minuti di fotostimolazione. La fluorescenza verde è collegata ai livelli di calcio intracellulare e indicata come fluorescenza cellulare totale correlata (CTCF) ± SEM. Barra della scala 50 µm
  • Figura 3: Segnali bioelettrici registrati utilizzando la piattaforma bio-fotoelettrolitica chiusa a sandwich (a sinistra) e il patch-clamp (a destra) da cellule coltivate sul film sottile polimerico semiconduttore

 

di Pamela Pergolini

Misurazione e controllo della proliferazione di cellule viventi mediante impulsi luminosi: siamo nel campo della bioelettronica, a cavallo tra l’ingegneria e la biologia. L’ultima frontiera è quella di riuscire a controllare selettivamente attraverso la luce l’attività delle cellule e tessuti viventi per applicazioni terapeutiche e diagnostiche. Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, grazie al lavoro di ingegneri elettronici e biologi medici, ha realizzato una bio-piattaforma optoelettronica sia per la coltura delle cellule, sotto stimolazione luminosa (architettura aperta), sia per l’analisi dei segnali bioelettrici di cellule coltivate al suo interno (architettura chiusa), utilizzando un polimero organico sensibile alla luce. Il dispositivo, compatto e facile da utilizzare, permette di controllare, attraverso l’impiego di stimoli luminosi, la proliferazione di cellule tumorali e di registrare l’attività bioelettrica del sistema.
I risultati sono stati pubblicati nell’articolo “A Polymer Bio–Photoelectrolytic Platform for Electrical Signal Measurement and for Light Modulation of Ion Fluxes and Proliferation in a Neuroblastoma Cell Line” pubblicato sulla rivista internazionale open access “Advanced NanoBioMed Research”. Il team multidisciplinare è composto da Libera Università di Bolzano (Facoltà di Scienze e Tecnologie), Istituto di Struttura della Materia (CNR-ISM, Rome, Italy),  Cicci Research (Grosseto, Italy) ed Eurac Research (Istituto di Biomedicina, Bolzano), Penn State University (Pennsylvania, USA) ed è coordinato dall’Università  Roma “Tor Vergata”
Il Dipartimento di Ingegneria Elettronica ha collaborato alla realizzazione delle biopiattaforma mentre il Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione si è occupato di studiare il comportamento cellulare riscontrando una relazione tra l’aumento di calcio intracellulare, in seguito alla stimolazione della luce, e il rallentamento della proliferazione delle cellule tumorali. I risultati della ricerca possono aprire nuove strade verso tecniche non invasive di controllo delle cellule per applicazioni in biofotonica e biomedicina e per terapie innovative nella cura dei tumori». Ne abbiamo parlato con i ricercatori. 
«Lo studio -spiega Thomas M. Brown, Dipartimento Ingegneria Elettronica di “Tor Vergata”, coordinatore del gruppo di ricerca – ha dimostrato che è possibile inibire la proliferazione cellulare del 50% in una linea cellulare tumorale sottoponendo la piattaforma a una serie di impulsi luminosi nel tempo»
BIOPIATTAFORMA FOTO-SENSIBILE PER LO STUDIO DEL COMPORTAMENTO CELLULARE
«La piattaforma foto-sensibile per colture cellulari che abbiamo progettato e realizzato ci permette di studiare l’effetto dello stimolo luminoso, trasdotto in stimolo elettrico, sull’attività cellulare – spiega Manuela Ciocca, attualmente assegnista di ricerca postdoc presso la Libera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze e Tecnologia, precedentemente dottoranda presso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica a “Tor Vergata”, dove ha iniziato il lavoro, e primo autore del lavoro pubblicato. «Abbiamo verificato che il processo di foto-trasduzione mediato dal dispositivo opto-elettronico permette di inibire del 50% la proliferazione di una linea cellulare di neuroblastoma» – aggiunge Ciocca.
Per “Tor Vergata”, oltre agli ingegneri elettronici hanno collaborato alla ricerca, per l’interfaccia biologica, Antonella Camaioni, professore associato di Istologia, e Serena Marcozzi, assegnista di ricerca postdoc, presso il Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione
INTERFACCIA BIOCOMPATIBILE E SUE APPLICAZIONI IN BIOMEDICINA 
L’interfaccia di polimeri organici e sistemi biologici è una delle più nuove frontiere della bioelettronica e delle biotecnologie. «Abbiamo dimostrato la biocompatibilità della piattaforma e l’aumento del calcio intracellulare indotto dalla foto-trasduzione mediata dal polimero. Questo è un parametro molto importante poiché il calcio è coinvolto in molti processi cellulari come contrazione e proliferazione. Il dispositivo – prosegue la professoressa Camaioni – è dunque un nuovo punto di inizio per nuove possibilità di misure elettrofisiologiche». 
RALLENTAMENTO DELLA PROLIFERAZIONE CELLULARE
Abbiamo chiesto alla professoressa Camaioni a che cosa è dovuta la relazione tra il livello di calcio e la proliferazione delle cellule.  «Lo ione calcio è un messaggero intracellulare importante per le nostre cellule, all’interno delle quali tante proteine sono calcio-dipendenti, cioè svolgono la loro funzione solo in presenza di una certa concentrazione di ioni calcio. Consideriamo, ad esempio, che la contrazione della nostra muscolatura, quella scheletrica così come quella cardiaca e liscia, è possibile grazie alla presenza di proteine che legano il calcio. Ecco perché lo ione calcio viene normalmente tenuto “fuori” dalle cellule o “sequestrato” in compartimenti chiusi all’interno di esse e richiamato nel citoplasma solo “al bisogno”, potremmo dire “on demand”. Nella nostra sperimentazione – continua la biologa medica di “Tor Vergata” – il protocollo di illuminazione delle cellule di una linea tumorale di neuroblastoma umano ha determinato l’apertura di canali di membrana per lo ione calcio che, entrando nel citoplasma, si è andato a legare a delle proteine intracellulari, non sappiamo ancora quali, che hanno determinato un rallentamento della proliferazione cellulare, fenomeno molto interessante che vorremmo ulteriormente indagare»
APPLICAZIONI FUTURE: MEDICINA RIGENERATIVA E TERAPIA CELLULARE
I risultati della ricerca possono aprire nuove opportunità per tecniche non invasive di fotostimolazione/manipolazione e controllo delle cellule per applicazioni in biofotonica, biomedicina e terapie innovative per cure di tumori. La piattaforma bio-fotoelettrolitica e l’uso efficace della stimolazione della luce possono indicare nuove direzioni per il controllo, in vitro, del comportamento cellulare attraverso la luce per lo sviluppo di futuri nuovi strumenti non invasivi per l’applicazione in biorilevamento, medicina rigenerativa e terapia basata sulle cellule  e per il controllo e la terapia della progressione del cancro. «Recentemente, materiali elettronici organici e fotosensibili si sono mostrati molto promettenti, anche impiantati in vivo – afferma Brown –  per la trasduzione di stimoli luminosi in segnali di eccitazione per cellule e tessuti, tra cui retine degenerate. Tali materiali sono flessibili e possono essere depositati come comuni inchiostri». I ricercatori hanno scoperto che la stimolazione della luce aumenta di tre volte la concentrazione di ioni calcio all’interno delle cellule e che, al contempo, il calcio nelle cellule influisce sulla mancata proliferazione delle cellule stesse.
 

 

In allegato: 
Comunicato Stampa – BIOELETTRONICA E TERAPIE TUMORI – BIOPIATTAFORMA CONTROLLA LE CELLULE ATTRAVERSO LA LUCE
Selezione dei Media: 
science30.com 
quotidianosanità.it
insalutenews.it
salto.bz