ASIASAFE: il progetto Erasmus+ per la sicurezza stradale in Asia

ASIASAFE: il progetto Erasmus+ per la sicurezza stradale in Asia
La Macroarea di Ingegneria ha ospitato i partner del progetto ASIASAFE (Modernisation, Development and Capacity Building of Master Curriculum in Traffic Safety in Asian Universities), arrivati in Italia per partecipare al workshop Erasmus + AsiaSafe Consortium e provenienti da sei università asiatiche (tra cui Indonesia, Malesia e Vietnam).
Il progetto, incentrato sul tema della sicurezza della rete stradale in Asia come problema sanitario, sociale ed economico, è finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Erasmus+, Capacity Building in Higher Education. Responsabile scientifico del progetto per Tor Vergata è il prof. Antonio Comi, Ingegneria dei trasporti, Pianificazione, progettazione e gestione dei sistemi di trasporto, che ha aperto i lavori, presso l’Aula Convegni di Ingegneria. All’inaugurazione sono intervenuti il rettore dell’Università Roma Tor Vergata prof. Nathan Levialdi Ghiron, il coordinatore della Macroarea di Ingegneria prof. Ugo Zammit, la delegata  all’Internazionalizzazione prof.ssa Bianca Sulpasso, il coordinatore del progetto prof. Ghazwan Al-Haji.  
I paesi membri dell’Associazione delle Nazioni dell’Asia Sud-Orientale (ASEAN), di cui fanno parte i tre paesi partner del progetto, Indonesia, Malesia e Vietnam (ID/MY/VN), possiedono meno del 3% dei veicoli mondiali ma registrano circa il 12% delle morti stradali nel mondo. Questo numero rimane elevato rispetto a paesi con livelli di motorizzazione molto più elevati, come Italia, Portogallo e Svezia, partner dell’UE. L’obiettivo generale del progetto è quello di sviluppare, adattare e implementare un curriculum di master avanzato e moderno, sia diploma che un programma di master completo, nel campo della sicurezza stradale nell’ambito di sforzi congiunti tra l’UE e le università partner di Indonesia, Malaysia and Vietnam, secondo standard e migliori pratiche di sicurezza stradale dell’Unione europea e standard di accreditamento nazionali. 
Workshop Erasmus + AsiaSafe Consortium – Il programma
Notizie correlate
“Tor Vergata” International: ecco perché investire nell’Internazionalizzazione paga. Ne parliamo con la Delegata Bianca Sulpasso 

ASIASAFE – Tor Vergata

 

Tunisia – Summer School di Lingua e Cultura Araba

Tunisia – Summer School di Lingua e Cultura Araba
Il CISMI – Il Centro Interdisciplinare di Studi sul Mondo Islamico “Francesco Castro”  dell’Università Roma “Tor Vergata” e  ISOMED Academy  (Tunisia), organizzano anche per il 2023 la Summer School di Lingua e Cultura Araba. La partecipazione alla Summer School, che si terrà dal 21 agosto al 1° settembre, è aperta a tutti coloro che vogliono conoscere, approfondire ed accrescere la loro conoscenza della lingua e della cultura araba, senza limiti di età. I corsi si articolano in 40 ore di didattica frontale per ogni livello (principianti e intermedio) e otto ore di seminari specifici sulla cultura araba tenuti da docenti esperti e qualificati dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dal corpo docenti universitario di Isomed Academy. 
Scadenza iscrizioni: 12 Agosto 2023
Tutte le informazioni sono presenti sul sito del CISMI 

Mobilità intelligente, un’app per far scattare il verde e controllare il transito delle ambulanze

Mobilità intelligente, un’app per far scattare il verde e controllare il transito delle ambulanze

 

 

di Pamela Pergolini

Laureato all’Università di Roma “Tor Vergata” in Ingegneria Elettronica, un lavoro presso Reti Ferroviarie Italiane come valutatore di ACC – Apparati di Controllo Computerizzati, Luigi Di Pardo ha sviluppato un sistema automatico di controllo dei semafori per il transito dei mezzi di soccorso di emergenza. Lo ha chiamato GLES, acronimo di “Green Light Emergency System”. L’ideazione e l’analisi di fattibilità, le scelte ingegneristiche attuate durante la fase di sviluppo del sistema e l’implementazione di migliorie e sviluppi futuri sono le fasi descritte nella sua tesi di laurea specialistica “GLES: un sistema automatico di controllo dei semafori di una intersezione per mezzi di soccorso in emergenza”, relatore il prof. Marcello Salmeri, coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica, discussa nella sessione estiva 2023 a “Tor Vergata”. Abbiamo incontrato Luigi per farci raccontare il suo progetto.
D. Innanzitutto Luigi, come ti è venuta l’dea?
R. Durante i miei spostamenti quotidiani in treno, almeno un paio di volte al giorno, per recarmi al lavoro, mi è capitato spesso di osservare i disagi che si creavano a un incrocio della città (Roma), tra la via Casilina e via di Tor Pignattara, da un lato, e piazza della Marranella, dall’altro, nella quale confluiscono via della Marranella e via dell’Acqua Bullicante. In diverse occasioni mi sono ritrovato in attesa con il semaforo rosso e con le ambulanze, a sirene spiegate, che non riuscivano a raggiungere l’intersezione per attraversarla. Talvolta rimanevano bloccate dagli altri veicoli, costrette ad aspettare che il semaforo mostrasse il verde anche per più cicli, prima di riuscire a passare. Così mi è venuta l’idea di un sistema che riuscisse a controllare in modo preferenziale il flusso dei veicoli di una intersezione semaforizzata.
D. Cambiare la configurazione delle luci di un semaforo può essere rischioso, ci sono regole del codice della strada da rispettare e condizioni di sicurezza per tutti gli utenti della strada…
R. Sono partito da un approfondito studio dell’intersezione stradale in questione e dall’analisi delle misure dei tempi delle diverse configurazioni dei semafori, considerando quanto previsto dal codice della strada. In particolare, la normativa prevede che quando un mezzo di soccorso in caso di emergenza mette in funzione la sirena, tutti i veicoli presenti sulla sede stradale sono obbligati a liberare il passaggio al fine di porre il minimo disagio al transito del mezzo di soccorso. Per quanto i conducenti possano reagire in modo adeguato al suono della sirena, il mezzo di soccorso sarà comunque portato a trovare il percorso più agevole per superare l’ingorgo. Il mezzo di soccorso sarà portato ad avanzare a ridosso della linea di mezzadria delle corsie tra i due sensi di marcia. Sebbene questa soluzione si riveli efficace, in alcuni scenari risulta non praticabile, ed è proprio questo il caso dell’intersezione stradale che ho analizzato, dal momento che topologicamente è realizzata a corsie separate, per senso di marcia e da una corsia preferenziale adibita al passaggio di un treno metropolitano.
D. Qual è il principio alla base del sistema che hai messo a punto?
R.
Nel caso in cui un mezzo di soccorso in emergenza abbia la necessità di attraversare l’incrocio, GLES subentra in modo automatico nel controllo dell’aspetto delle luci mostrate dai semafori che regolano il flusso veicolare dell’intersezione stradale. Questo grazie a una scheda d’interfaccia, che traduce il comando in una comunicazione verso il semaforo, senza modificare il sistema automatico che gestisce il ciclo e le fasi dei semafori dell’intersezione.
D. Dunque il sistema genera al momento dell’emergenza un’onda verde a favore della direzione da cui proviene l’ambulanza…
R.
Proprio così, il sistema GLES congela in quel momento la configurazione dei semafori e genera la sequenza necessaria a dare il verde nella direzione della quale proviene l’ambulanza (Configurazione di Verde Unico). Per far capire al sistema da dove arriva il mezzo di soccorso in emergenza ho definito delle zone che ho chiamato di “approccio” e che indentificano l’area verso e nei pressi dell’intersezione. La Configurazione di Verde Unico è efficace anche nei confronti dei pedoni che si dovessero trovare a dover attraversare uno dei tronchi dell’intersezione, infatti questo tipo di configurazione prevede il rosso anche per i semafori pedonali.
D. Come viene attivato il GLES?
R. Il sistema è costituito da una parte di comando, che comprende due microcontrollori, il cervello della GLES che gestisce tutti i semafori presenti in quell’incrocio, e una parte di interfaccia, che comunica con l’ambulanza e con i semafori. Il sistema GLES può essere attivato direttamente dall’operatore sul mezzo di soccorso grazie a un’applicazione installata sullo smartphone. L’applicazione dopo aver verificato l’emergenza e la posizione dell’ambulanza, accetta l’emergenza soltanto se registra il mezzo in zona di “approccio” oppure di “arrivo”, questa seconda opzione è data dalla possibilità che nelle vicinanze sia presente un ospedale, in questo caso l’”Ospedale Generale Madre Giuseppina Vannini Figlie di San Camillo”, che si trova a poche centinaia di metri dall’intersezione di “Tor Pignattara”. L’emergenza potrà essere annullata sempre da telefono cellulare. 
D. Che cosa succede al normale ciclo dei segnali luminosi dei semafori, come si torna alla “routine”?
R. Questa domanda pone l’attenzione forse sull’aspetto più difficile, a livello ingegneristico, del funzionamento del sistema perché i semafori continuano a generare il loro ciclo di routine anche se noi non vediamo la sequenza dei colori verde-arancione-rosso. La difficoltà, terminata l’emergenza, sarà quella di riagganciare in corsa il sistema, che non ha mai smesso di funzionare. Ed è anche la parte più delicata perché una errata risincronizzazione del sistema semaforico potrebbe creare confusione e incertezza, seppur momentanea, negli automobilisti e pedoni.
D. Come sei riuscito allora a riagganciare il controllo dei semafori dell’intersezione in sicurezza? 
R. Il sistema deve passare sempre per la Configurazione di Rosso Unico, senza violare quanto stabilito dal codice della strada in termini di sequenza degli aspetti e dei tempi di permanenza degli stessi. Il passaggio allo stato di “all red” è previsto sia per permettere di riagganciare l’aspetto mostrato alla Routine dei semafori dell’intersezione, è il caso della Sequenza di Ritorno, sia per prendere il controllo dei semafori dell’intersezione, è il caso della Sequenza di Transizione. Qualora vengano riscontrati dei malfunzionamenti del sistema GLES prima dell’inizio della Sequenza di Transizione, il sistema GLES non interviene per non introdurre eventuali ulteriori ritardi ai tempi di attraversamento dell’intersezione; qualora invece vengano rilevati malfunzionamenti del GLES in una qualsiasi altra fase, allora il sistema passerà all’aspetto di Giallo lampeggiante per tutti i semafori. In questa fase, se il sistema ne è ancora in grado, procederà a riagganciare il controllo dei semafori dell’intersezione mediante la Sequenza di Ritorno, altrimenti il GLES fa l’unica cosa che può fare: rilasciare il controllo dei semafori in modo diretto alla routine, qualunque sia la configurazione mostrata, senza nessun passaggio intermedio. 
D. Quali sono gli sviluppi futuri per il GLES?
R. Il sistema è stato concepito per essere impiegato in qualsiasi impianto semaforico con il minor impatto possibile sull’impianto già in funzione. Tra le migliorie e le implementazioni future, sicuramente quella di gestire il passaggio di più ambulanze in base ai diversi codici di emergenza (rosso, arancione, azzurro, verde, bianco). Il sistema, inoltre, può interessare diverse intersezioni stradali, particolarmente problematiche e congestionate dal traffico, ed essere collegato a un sistema di navigazione satellitare che suggerisce un itinerario nel quale sono presenti intersezioni collegate a GLES che permettono di attivare la “Configurazione di Verde Unico”. Infine, in futuro, si può pensare di abilitare altri mezzi con il sistema GLES, ad esempio i mezzi dei vigili del fuoco e della polizia stradale.

Piano europeo per l’Energia, all’Italia converrebbe il solare sui tetti dei capannoni industriali

Piano europeo per l’Energia, all’Italia converrebbe il solare  sui tetti dei capannoni industriali
Il Piano europeo per l’Energia “REPowerEU”, con cui l’Europa punta a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027, contiene l’iniziativa denominata “tetti solari”, con la quale la Commissione prevede di rendere gradualmente obbligatoria l’installazione sui tetti degli edifici, pubblici e commerciali, nuovi ed esistenti, di pannelli fotovoltaici.
INIZIATIVA TETTI SOLARI
Il Piano, presentato il 18 maggio 2022 dalla Commissione Europea, intende superare le sfide connesse alla transizione ecologica, minimizzando il consumo di suolo e contenendo le voci di spesa strutturali come quelle relative all’adeguamento della rete elettrica. L’iniziativa tetti solari mira a sbloccare il grande potenziale sottoutilizzato di produzione di energia solare sui tetti al fine di rendere l’energia più pulita, sicura e accessibile dal punto di vista economico. 
CAPANNONI INDUSTRIALI E PARCHEGGI
Sul tema è intervenuto il prof. Angelo Spena, ingegnere, già ordinario di Fisica Tecnica Ambientale e Gestione ed Economia dell’Energia presso la Macroarea di Ingegneria, Università di Roma “Tor Vergata” e, da alcune settimane, presidente del GME – Gestore dei Mercati Energetici. Spena analizza gli aspetti tecnici ed economici, rivolgendo l’attenzione alla possibilità di sfruttare le superfici di strutture già edificate, in particolare i tetti degli edifici pubblici, dei capannoni industriali e le coperture dei parcheggi, per l’installazione dei pannelli solari. Una soluzione meno impattante, indicata anche nel Piano per la Transizione ecologica (Pte). Inoltre, i capannoni industriali soffrono, dall’inizio del secolo, di una sempre più preoccupante tendenza alla dismissione produttiva per eccesso di disponibilità – la forte componente manifatturiera della nostra economia si fonda proprio su questa tipologia di manufatti –  e per difetto di riconvertibilità – mentre, al contempo, dispongono già di tutti i necessari collegamenti elettrici.
 
Leggi l’articolo “All’Italia basterebbe (e converrebbe) l’energia solare sui capannoni industriali esistenti”, pubblicato su L’ Astrolabio, il giornale on line degli Amici della Terra Italia. 
Notizie correlate
Gestore dei Mercati Energetici: nuovo presidente l’ingegnere Angelo Spena, ordinario di Fisica Tecnica Ambientale

Beatrice Proietti, ingegneria informatica, vince la borsa di studio Amazon Women in Innovation 2023

Beatrice Proietti, ingegneria informatica, vince la borsa di studio Amazon Women in Innovation 2023
Anche quest’anno è una studentessa del corso di Laurea in Ingegneria informatica ad aggiudicarsi la borsa di studio “Amazon Women in Innovation”promossa e finanziata da Amazon per incentivare le giovani studentesse universitarie appassionate di materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Beatrice Proietti, 20 anni, è la vincitrice per lUniversità degli Studi di  Roma Tor Vergata della quinta edizione di “Amazon Women in Innovation”, la borsa di studio che supporta giovani studentesse ad avere successo nell’economia digitale e le incentiva a intraprendere percorsi di studio scientifico-tecnologici. La borsa di studio dura 3 anni e consiste in un finanziamento di 6.000 euro all’anno a sei studentesse dei sei atenei italiani coinvolti. Oltre a Tor Vergata, gli Atenei italiani che hanno aderito all’iniziativa sono stati l’Università degli Studi di Cagliari, Il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Palermo e il Politecnico di Torino.
Leggi la notizia completa 
Notizie correlate: 
Amazon Women in Innovation 2022: Elisa Cacace di Ingegneria Informatica tra le vincitrici