Il 23 gennaio è andata in onda la 10 puntata di CAMPUS Italia, trasmissione che si occupa del mondo dell’alta formazione nel nostro Paese, trasmessa via satellite in tutto il mondo dal canale internazionale RAI Italia della tv di Stato.
E quella è stata l’ulteriore occasione di parlare della Macroarea di Ingegneria dell’università di Roma Tor Vergata. In particolare del corso di laurea in Engineering Science, offerto interamente in lingua inglese. Avevamo anticipato qualche tempo fa l’arrivo della troupe di CAMPUS Italia in macroarea.
Sono stati intervistati il Rettore, prof. Giuseppe Novelli; il responsabile del corso di laurea, prof. Roberto Verzicco e il prof. Luigi Ramazzotti, docente di Architettura e Composizione Architettonica. Oltre a loro, sono stati testimoni dei progetti di ricerca tre giovani studenti: Francesco Pretagostini per il progetto VELOLAB; Stefania Rossi per STILEhouse; Federica Sposato per il progetto FLUIDOLAB.
A sottolineare “il saper fare” dei laureati in Ingegneria a Tor Vergata è il Rettore. Al tempo stesso i ragazzi affermano che il vedere il realizzarsi di un progetto è la parte più gratificante della ricerca. A tutti il prof. Verzicco assicura che la professione dell’ingegnere è una professione “che non conosce la disoccupazione”.
Nella puntata di CAMPUS Italia in streaming trovi Engineering Science di Tor Vergata dal 10’ 40’’ al 20’ 30’’.
La troupe di Campus Italia, trasmissione di RAI Italia vista via satellite in America, Africa e Asia (e in streaming in Italia), grazie all’ufficio stampa d’ateneo, è stata a Ingegneria Tor Vergata il 17 e 18 dicembre scorsi per realizzare un servizio su alcuni progetti di didattica e ricerca che quest’anno hanno coinvolto innovativamente gli studenti.
In particolare, la giornalista Lucia Tugnoli si è soffermata su tre casi assai interessanti: STILE house, VELOLAB e FLUIDOLAB a cui hanno lavorato gli studenti di ingegneria. Per loro, tre ragazzi sono stati intervistati: Stefania Rossi (STILE house), Federica Sposato (FLUIDOLAB), Francesco Pretagostini (VELOLAB).
STILE house – Senz’altro un progetto di ateneo poiché gli studenti provengono da diversi corsi di studio: ingegneria edile-architettura, ingegneria energetica, ingegneria meccanica, economia. Dalla collaborazione tra Tor Vergata e la West Virginia University è nata STILE – Sustainable Technology Integrated in a Learning Experience, progetto che come suggerisce il nome stesso cerca di combinare aspetti fondamentali per la competizione Solar Decathlon 2015 organizzata dallo US Department of Energy: sostenibilità energetica attraverso soluzioni innovative e un’estetica semplice ma raffinata. Il concept si basa sulla contrapposizione formale tra i due elementi che compongono la casa: un box abitativo dalla volumetria chiara e una copertura, sviluppata come elaborazione della forma archetipica dell’arco, elemento fondante dell’architettura romana classica.
VELOLAB – È un laboratorio multidisciplinare aperto a tutti gli studenti del 3° anno del corso di laurea in Engineering Sciences e ha come scopo la costruzione di una velomobile, l’ottimizzazione delle sue prestazioni e lo sviluppo di un nuovo modello a pedalata assistita.
Una velomobile è un veicolo a pedali adatto a piccoli spostamenti nei grandi centri urbani dove problemi di traffico e inquinamento rendono particolarmente attraenti le alternative di mobilità sostenibile.
Le attività del VELOLAB hanno lo scopo di insegnare agli studenti non solo a confrontarsi con i problemi tipici dell’ingegneria già durante gli studi di primo livello ma anche di incoraggiare il lavoro in team e l’integrazione tra colleghi di studio.
Il progetto è iniziato con l’individuazione di uno spazio adatto alle attività e con la realizzazione dell’officina che avrebbe ospitato la collaborazione della velomobile. Dopo aver acquistato tutti gli utensili necessari (limitatamente a un budget messo loro a disposizione) hanno iniziato la realizzazione della velomobile secondo un progetto open-source che ha richiesto l’acquisto e il reperimento di materiale di commerciale o di parti realizzate ad hoc.
Durante la fase di costruzione gli studenti si sono organizzati in turni in modo da non affollarsi tutti contemporaneamente intorno al prototipo in costruzione e ciò li ha indotti a passarsi le consegne a ogni cambio turno.
Attualmente la velomobile è in fase di completamento e appena ultimata si procederà con la sua strumentazione (sensori di velocità, potenza, cadenza di pedalata, accelerometri, ecc) in modo da poterne valutare le prestazione mediante dati di telemetria su un percorso standard.
La fase successiva prevede l’ottimizzazione aerodinamica, strutturale e ciclistica del veicolo il cui incremento di prestazioni verrà misurato rispetto alla configurazione di base.
Una volta ultimata questa prima fase del progetto si inizierà una seconda fase in cui si produrrà una versione di velomobile a pedalata assistita che consenta spostamenti a medio raggio nella città.
Le attività previste richiedono competenze nella meccanica, nell’energetica e nell’elettronica che sono i principali indirizzi del corso di laurea in Engineering Sciences.
FLUIDOLAB – È un laboratorio di ricerca per l’applicazione della biofluidodinamica ai problemi di emodinamica cardiaca. È stato realizzato un duplicatore della circolazione sistemica ossia un apparato sperimentale che permette di replicare in modo controllato e parametrico il flusso nel ventricolo sinistro del cuore e la dinamica delle valvole connesse (mitralica e aortica) insieme all’aorta ascendente e discendente.
Lo scopo è quello di studiare contemporaneamente sia la dinamica del sangue all’interno del ventricolo sinistro e dell’aorta, sia la dinamica delle parte strutturale che determina il moto del sangue. Tutto ciò permette di studiare sia le alterazioni emodinamiche prodotte da patologie come la dilatazione del ventricolo o l’aneurisma aortico sia le performance di protesi valvolari e le alterazioni prodotte rispetto al normale flusso.
L’apparato permette di regolare in modo preciso e indipendente la frequenza cardiaca, la frazione di eiezione del ventricolo, la pressione di funzionamento e la resistenza alla circolazione così da poter studiare in modo completo e parametrico la dinamica del sistema nei vari regimi di funzionamento.
Tra le misure possibili, oltre a quelle di pressione e portata, vengono registrate le deformazioni della struttura e il campo di velocità del sangue all’interno del ventricolo e attraverso le valvole mediante telecamere ad alta velocità e lame di luce laser. Ciò permette di correlare alterazioni morfologiche a problemi funzionali al fine di escogitare strategie per la diagnosi precoce di patologie o procedure di rimedio.
Le attività vengono svolte in collaborazione con il Policlinico Tor Vergata.
Si è conclusa con la premiazione del contest Engineering domenica 18 ottobre l’ultima fase di Solar Decathlon 2015: tra tutte le 14 case in gara ha totalizzato il punteggio maggiore SURE HOUSE dello Stevens Institute of Technology, New Jersey, USA.
I progetti infatti hanno gareggiato per dieci – decathlon – aspetti che i giudici hanno vagliato. La votazione e/o la misura di ciascun aspetto ha portato al punteggio totale.
appeal di mercato
ingegnerizzazione
piano di comunicazione
costo complessivo
comfort termico
presenza di elettrodomestici
comodità d’uso
possibilità di alloggiare e alimentare un’autovettura elettrica
bilancio energetico
STILE il progetto di West Virginia University e Università di Roma Tor Vergata è arrivata al 12 posto, totalizzando 732.362 punti in totale. Ecco la tabella dei risultati per la valutazione di STILE:
Un dodicesimo posto assai combattuto, con il contest della spendibilità sul mercato piuttosto penalizzante. Va detto tuttavia che nella votazione popolare Solar Decathlon 2015 FAN FAVORITE STILE ha sbaragliato gli altri concorrenti, sovrastando tutti con 150.403 voti!
Che ne pensano i protagonisti? Ricordiamoli. Sono Stefania Rossi (team leader), Giovanni Consiglio, Andrea Di Nezio, Elisa Roncaccia, Flavio Martella, Damiano Raparelli, Tiziana Costanzo, Ambra Guglietti, Marco Napolitano, Pierfrancesco Italia.
“In ogni caso, siamo arrivati 12esimi nella classifica finale – sottolineano i ragazzi – ma va anche detto che eravamo l’unico team composto e guidato interamente da soli studenti”. “Siamo risultati primi nel contest del Commuting (guidare la macchina elettrica caricata dall’energia prodotta dalla casa). Domani (lunedì 19, ndr) vengono chiuse le votazioni del Fan Favourite e giudicando il numero dei nostri like… abbiamo vinto!”
STEFANIA ROSSI
È incredibile pensare che è giunta la fine di questo fantastico progetto iniziato più di 2 anni fa, quando ancora ingenui, ma con tanta voglia di fare ed apprendere disegnavamo i primi schizzi del nostro arco. Oggi siamo qui, in California, dove possiamo vedere dal vivo il nostro piccolo gioiellino, che non è più su un pezzo di carta ma è diventato realtà; e la più grande soddisfazione è data dal sapere che è stato realizzato da noi, con le nostre mani, il nostro sudore e la nostra grinta. Non è stato facile, siamo arrivati a luglio in West Virginia senza alcuna esperienza nel campo della costruzione, ma giorno dopo giorno con la nostra immensa voglia di imparare e con l’obbiettivo comune e l’ambizione di voler vedere la nostra casa realizzata abbiamo imparato ad utilizzare nuovi attrezzi, applicare nuovi metodi costruttivi e trovare da soli le soluzioni quando ci si presentavano davanti problemi.
Le poche ore di sonno, il non aver tempo di svago, la stanchezza fisica ed emotiva sono stati messi da parte nel momento in cui la casa è stata completata, lasciando posto a tanta felicità e soddisfazione… ce l’abbiamo fatta!
Penso che non ci sia definizione migliore per questa avventura che quella suggerita dall’acronimo del nome della nostra casa, ovvero, una “Learning Experience”, esperienza non solo lavorativa e professionale ma anche di collaborazione, umana e personale.
AMBRA GUGLIETTI
La definirei un’esperienza molto intensa, sia dal punto di vista professionale che personale. La costruzione in competizione ci ha messo a dura prova, ma la soddisfazione di vedere la casa finita dopo soli 9 giorni ha ripagato tutto il sonno perso e la fatica!
Solar Decathlon 2015: la vera sfida è iniziata. Anche con il televoto
9 ottobre 2015
La casa è costruita. STILEhouse è in piedi con il suo arco elegante, nell’Orange County Great Park, Irvine, California, sede della competizione Solar Decathlon 2015 indetta dallo US Department of Energy.
E le 14 case eco-sostenibili costruite dagli studenti delle università statunitensi – dell’Università di Roma Tor Vergata, che partecipa in team con la West Virginia University – costituiscono un villaggio green e altamente tecnologico.
STILE, la casa che unisce importante tecnologia ingegneristica con il plus del design italiano, adotta soluzioni strategiche per rispondere ai requisiti imposti dal dipartimento statunitense. STILE come le altre case in gara sarà giudicata sotto 10 aspetti.
È veramente un decathlon:
architettura,
appeal di mercato,
ingegnerizzazione,
piano di comunicazione,
costo complessivo,
comfort termico,
presenza di elettrodomestici,
comodità d’uso,
possibilità di alloggiare e alimentare un’autovettura elettrica,
bilancio energetico.
A giudicare è un’équipe formata da professionisti, tecnici e scienziati che dall’8 al 18 ottobre studia e misura le prestazioni delle case costruite in termini di vivibilità, accessibilità ed efficienza.
Il Solar Decathlon Village è inoltre aperto al pubblico e le previsioni di affluenza sono rosee: nell’edizione del 2013, secondo gli organizzatori, ci sono stati oltre 60mila visitatori.
C’è voluta quasi una settimana per preparare le valigie. O meglio per impacchettare la casa STILE e spedirla dalla West Virginia fino in California, Irvine, Orange County, sede della Solar Decathlon 2015, su trasporto gommato.
“Il pre-assemblaggio qui è completo, tranne alcune finiture del core su cui stiamo ancora lavorando. Sabato 19 abbiamo iniziato a smontare, e grazie all’intelligente modularità della casa questa operazione è stata abbastanza veloce! Ora stiamo organizzando tutto il materiale, posizionandolo in un preciso ordine sopra le basi dei container che mercoledì 23 verranno caricate sui trucks e spedite in California! Noi ragazzi partiamo da qui il 26”: il diario di bordo di Stefania Rossi, student lead della squadra italiana è parla chiaro. Guarda la fasi del montaggio qui e qui.
Il 23 al tramonto tutto era sul camion in partenza, destinazione California.
E dopo tre giorni anche i ragazzi erano sull’aereo. Fino ad arrivare alla West Coast, pronti per il nuovo lavoro!
La costruzione di STILE è in progress
7 settembre 2015
A Morgantown, West Virginia (USA), la squadra dei 30 ragazzi di #STILEhouse provenienti da West Virginia University e dall’Università di Roma Tor Vergata è all’opera: si tratta di costruire ora la maggior parte della casa, tranne le grandi vetrate – “verranno i tecnici di askeen ad aiutarci in California” hanno detto i ragazzi, facendo riferimento a uno degli sponsor del progetto -, gli arredi e le finiture, il deck e i pannelli di rivestimento esterno – di quest’untimi due se ne assemblerà solo una piccola parte per fare una prova – prima di trasferirsi in California il 27 settembre per partecipare alla competizione Solar Decathlon 2015.
Dall’8 al 18 ottobre, avrà luogo infatti la finale tra le 17 squadre delle varie università degli Stati Uniti che partecipano alla questa gara di Decathlon ‘solare’ dedicato a progetti di case pensate – e realmente costruite – per funzionare grazie all’energia pulita del Sole. Una sfida verde quindi, legata però anche all’innovazione e al design.
Le case saranno giudicate sotto 10 aspetti: gareggeranno per l’architettura, l’appeal di mercato, l’ingegnerizzazione, il piano di comunicazione, il costo complessivo, il comfort termico, la presenza di elettrodomestici, la comodità d’uso, la possibilità di alloggiare e alimentare un’autovettura elettrica, il bilancio energetico.
In questi giorni i ragazzi stanno costruendo le parti principali della casa tecnologica: “In California avremo solo 8 giorni e mezzo per assemblare la casa quindi il pre-assemblaggio è fondamentale – spiega Stefania Rossi, team leader dei ragazzi italiani – Qui vengono costruite soprattutto le parti che rimangono intatte, come per esempio tutta la struttura del core, che arriverà in California già pronta, e i grandi elementi della casa soprattutto quelli da cui dipendono le misure di altri componenti, come per esempio i moduli del tetto”. “L’intelligente e studiata modularità della casa ci permetterà di assemblare di nuovo tutto molto velocemente – afferma la studentessa – Inoltre verranno anche fatti alcuni test per verificare il funzionamento di alcuni impianti”.
Quindi STILE, la casa innovativa che unisce design italiano e appalachiano, verrà trasportata in California con 4 trucks per il trasporto di container, sui quali vengono agganciate le basi dei container che fungono da sottostruttura del box-casa. Dopo un viaggio di qualche giorno, tutto arriverà nella Orange County Great Park in Irvine, California, in vista della competizione finale, dove sarà realizzato il montaggio definitivo.
Il box abitativo è diviso in due parti distinte e ben specializzate. Lungo il lato nord, in cui l’esposizione richiede maggiore chiusura rispetto agli altri lati per isolare ed evitare dispersioni termiche, si è operato collocando una parete pressoché piena, al di là della quale sono posti tutti gli ambienti più funzionali e specializzati della casa; bagno, cucina, camera da letto e sala impianti sono tutti raggruppati in un sotto-volume compatto.
La restante parte consiste in un unico ambiente destinato a ingresso, zona pranzo e area relax: tutto ciò, infatti, risulta unito in un solo grande openspace circondato nella sua interezza da ampie pareti vetrate. (Pareti est e ovest scorrevoli, sud fisse)
Materiali Vetro finestre:
Triplo vetro con argon
Superficie totale di circa 45mq
Isolante pareti:
Recycled denim ins (R = 3.6-4 per inch) [indumenti di jeans riciclati]
Polyiso foam board (R=6.4 per inch) e Fiberglass ecotouch (R=30) nel soffitto (isolante a base di fibre di vetro)
Struttura portante:
acciaio
Pavimentazioni
legno sia per interno che per esterno
Caratteristiche tecniche e soluzioni adottate
Arco “tecnologico”
Vi alloggiano i 36 pannelli solari da 280W Mono sufficienti a produrre 10 KW e che quindi soddisfano il fabbisogno energetico della casa e i brise soleil per favorire l’ombreggiamento della casa aumentandone l’efficienza energetica dell’intera casa e del camino solare. L’arco sovrasta la casa e va a formare un piccolo patio antistante il soggiorno sul quale la presenza di copertura superiore produce effetti di ombreggiatura e riparo.
Camino solare
Il camino solare è un elemento della casa che permette di implementare un semplice sistema di ventilazione naturale. Attraverso le bocchette poste nella parte bassa della casa, in corrispondenza della sala/open space nelle pareti est e ovest, e in corrispondenza della camera da letto nella parete nord, l’aria fresca fa il suo ingresso nella casa. Il camino è stato posto in modo da ricevere i raggi solari durante la giornata e in tal modo è in grado di riscaldarsi e assorbire calore, grazie al materiale ad alta capacità termica di cui è fatto internamente.
Riscaldandosi, il camino è in grado di attivare un flusso d’aria calda che dal basso viene tirata verso l’alto, essendo meno densa e quindi più leggera; allo stesso tempo l’aria fredda tende a scendere in quanto più densa. Con tale differenza di densità si crea una convezione naturale e si riesce a raffrescare naturalmente la casa.
Per una migliore integrazione tra arco e camino è stato pensato di inserire il camino all’interno del solaio della casa, sviluppandolo esternamente con un elemento a forma di tronco di cono con copertura in materiale trasparente, in modo da ottenere un doppio beneficio: lo sviluppo in altezza aiuta il tiraggio del camino, mentre la trasparenza permette il passaggio dei raggi solari che illuminano naturalmente la sala.
La sezione del camino utilizzata è di 0.43mq quella di ingresso dell’aria e di 0.33mq quella di uscita, quindi ha una forma troncopiramidale, con un’altezza di 0.62m.
Green wall
Situato a nord per aumentare l’isolamento e quindi diminuire le dispersioni energetiche e migliorare, grazie al beneficio delle piante, il microclima circostante.
Sistema di ventilazione
Il sistema di ventilazione della casa è costituito da ventilazione naturale e ventilazione meccanica (HVAC) integrate in un sistema di hybrid ventilation control, cioè un sistema che permette automaticamente in base alle condizioni termiche interne ed esterne di stabilire quale delle due ventilazioni attivare e risparmiare così energia.
Ad esempio, se fuori l’aria è fresca e dentro si è accumulato calore durante il giorno, è meglio attivare il camino solare, aprire le bocchette far entrare l’aria fresca e far uscire dal camino quella calda. Ma se fuori fa caldo è meglio attivare la ventilazione meccanica e quindi i condizionatori.
Ecco una breve gallery delle prime fasi della costruzione di STILE a Morgantown.
La fase finale del Solar Decathlon 2015 è solo questione di STILE
3 agosto 2015
I protagonisti
L’università di Roma Tor Vergata partecipa al Solar Decathlon 2015 assieme alla West Virginia University – USA.
La competizione, proposta per la prima volta nel 2002 dal Dipartimento di Energia degli Stati Uniti, accoglie tutti i team universitari che, provenienti da tutto il mondo, vogliono cimentarsi nella progettazione di una casa tecnologica, efficiente e autosufficiente, in cui la massimizzazione delle prestazioni energetiche si raggiunga mediante l’utilizzo dell’energia solare. Dall’applicazione e lo studio di nuove tecnologie nascono quindi idee progettuali che divengono impulso per lo sviluppo del futuro.
Cosa costruiscono:
Dalla collaborazione tra le due università è nata STILE, progetto che come suggerisce il nome stesso cerca di combinare aspetti fondamentali per la competizione Solar Decathlon: sostenibilità energetica attraverso soluzioni innovative e un’estetica semplice ma raffinata. Il concept si basa sulla contrapposizione formale tra i due elementi che compongono la casa: un box abitativo dalla volumetria chiara e una copertura, sviluppata come elaborazione della forma archetipica dell’arco, elemento fondante dell’architettura romana classica.
Gli studenti
Stefania Rossi (team leader degli studenti di Roma Tor Vergata) Team Ing. Edile-Architettura: Giovanni Consiglio, Andrea Di Nezio, Nico Agnoli, Iacopo Carinci, Elisa Roncaccia, Flavio Martella, Damiano Raparelli, Tiziana Costanzo Team Ing. Energetica: Ambra Guglietti, Alessandro Zonfrilli, Lucrezia Alfonsi, Simone Pretolani, Marco Napolitano, Dario Atzori. Economia e managment: Francesco Silicani, Daniele Lanza, Giorgio Milita, Pierfrancesco Italia
I professori coinvolti:
Stefano Cordiner, coordinatore
Vincenzo Mulone, student advisor, impianti e ventilazione
Cristina Cornaro, fisica tecnica ambientale ed energetica
Luigi Ramazzotti, composizione e parte progettuale
Zila Rinaldi, parte strutturale
La fase 2 del progetto, ovvero riuscire ad arrivare in finale, si è concretizzata: 10 studenti del team italiano sono volati il 15 luglio scorso a Morgantown, sede della West Virginia University – USA.
E il 29 luglio c’è stata la celebrazione del Project Kick-Off: insomma, qui si va in finale!
La costruzione
Con il Kick-off si comincia la prima costruzione della casa negli USA. In aprile 2015 è cominciata la costruzione in Italia e infine a settembre, il 27, ci sarà la costruzione in California., nella Orange County. La competizione finale sarà dall’8 al 18 ottobre 2015.
Dicono i protagonisti
Stefania Rossi: il 15 luglio siamo volati a Morgantown! Sono 10 gli italiani che fanno parte della squadra che monterà la casa in California: Stefania Rossi, Giovanni Consiglio, Andrea Di Nezio, Elisa Roncaccia, Flavio Martella, Damiano Raparelli, Tiziana Costanzo, Ambra Guglietti, Marco Napolitano, Pierfrancesco Italia. Gli altri membri del team sono i 20 studenti della West Virginia University.
Prima, abbiamo lavorato duramente e anche per cercare gli sponsor: il 14 aprile abbiamo anche partecipato al Forum Università-lavoro organizzato da Alitur dove ci è stata concessa una postazione per pubblicizzare il progetto.
Vorrei sottolineare l’importanza di questa esperienza per noi studenti. È fantastico lavorare in un gruppo formato da vari team, ognuno dei quali è specializzato in un differente campo. Abbiamo la grande opportunità di collaborare con i colleghi americani, che con una cultura e una formazione diversa dalla nostra, più pratica, hanno un modo diverso di lavorare e vedere le cose. Confrontarsi, vedere le cose da nuovi punti di vista e mettersi alla prova: è un’esperienza che ci permette di imparare e crescere, lavorando insieme e preparandoci al mondo del lavoro. Questo è reso possibile anche dall’opportunità di lavorare a stretto contatto con le aziende sponsor.
Ramazzotti: ritengo l’esperienza svolta dagli studenti, nel partecipare al Solar Decathlon US 2015, estremamente positiva. Le ragioni sono queste: si tratta di un percorso didattico che esce dagli schemi tradizionali dell’apprendimento, caratteristici di un corso di Composizione architettonica. Tutto il procedimento è risultato altamente sperimentale, portando in primo piano e valorizzando le responsabilità individuali e di gruppo nell’impostazione e nello sviluppo di una idea di architettura semplice, ma fortemente connotata. Gli studenti sono notevolmente maturati in questi due anni, facendosi promotori di numerosi contatti con il mondo della produzione, utili e necessari ai fini della concreta realizzabilità del loro prototipo. Inoltre sottolineo positivamente il buon livello di interazione con le altre componenti specialistiche dell’ingegneria che il Solar Decathlon richiede e che hanno comportato una continua e costruttiva dialettica tra i vari gruppi di lavoro, sia italiani che americani. Si tratta di un complesso ed eterogeneo programma che va risolto sul piano della forma, del linguaggio, dello spazio. È questo il senso più profondo dell’esercizio svolto dagli studenti; i quali, pur indirizzati e guidati, hanno saputo dare una risposta matura e convincente sul terreno dell’architettura.
Cordiner: Due aspetti da sottolineare: la grande autonomia dei ragazzi e l’interdisciplinarità. I ragazzi dovevano sviluppare l’idea da soli. E così è stato. E questo può considerarsi senz’altro un progetto di ateneo dal momento che gli studenti provengono da diversi corsi di studio: ingegneria edile-architettura, ingegneria energetica, ingegneria meccanica, economia. La ricaduta sul loro progetto formativo è notevole: hanno impegnato molto tempo su una attività che li farà crescere sia professionalmente che dal punto di vista umano.
Un progetto che è davvero hands-on: un folto gruppo di studenti molto motivati che ha affrontato con proprietà un progetto completo in tutte le fasi, dall’idea alla realizzazione. In molti casi con un attività il cui contenuto formativo è stato riconosciuto con crediti da maturare per la tesi. Ci si augura che nella nuova struttura di raccordo possa essere più facile parlare di progetti formativi interdisciplinari.
L’unico aspetto negativo del progetto è stato il poco turn-over tra gli studenti. Chi arrivava cioè al termine degli studi non ha lasciato il progetto. Ma questo forse dimostra il grande attaccamento dei ragazzi a questa idea…
Importante è stato anche il loro intervento nel fund raising: sono stati reperiti sponsor che hanno aiutato nella costruzione della grande vetrata della casa. Un elemento importante: una vetrata senza spigoli che fosse montabile dagli studenti stessi! La casa poi doveva rispondere alle restrittive normative sui terremoti in West Virginia e in California…
Certo, noi puntiamo a fare una ottima gara ma il vincente potrebbe comunque dar luogo a uno spin-off!
Circa due anni fa il nostro ateneo ha partecipato a una precedente edizione di Solar Decathlon. Questa volta, come la scorsa, siamo stati selezionati per arrivare alla seconda fase. Successivamente alla gara, abbiamo sottoposto il progetto alla National Science Foundation USA e lo abbiamo fatto utilizzando la casa come elemento essenziale per l’educazione avanzata, il learning by experience, utilizzando la casa come laboratorio didattico. Un elemento essenziale, da riproporre anche da noi.
Mulone: STILE è un esempio decisamente attraente di progettazione integrata. Ma non si tratta di bellezza fine a se stessa: il design di STILE è anche efficiente.
L’arco multifunzionale è lo stilema principale del progetto: oltre ad essere un elemento architettonico immediatamente riconoscibile, ha funzione di supporto per i pannelli fotovoltaici ed è il motore fondamentale del camino solare, consentendo di instaurare un meccanismo di ventilazione passiva all’interno della casa per ridurre considerevolmente i consumi energetici in alcuni periodi della giornata.
Oltre ai fondamentali aspetti tecnici già richiamati, tengo a sottolineare come gli studenti, in ogni momento del progetto, non si siano mai persi d’animo, e come i diversi approcci alla progettazione (più pratico quello degli studenti americani, più teorico quello degli studenti italiani), siano risultati alla fine efficacemente complementari.
Queste sono a mio parere le caratteristiche vincenti del progetto STILE: auguriamo al team un grande in bocca al lupo!