Homeless Cover Project di reTH!NKING Architecture Competitions è un contest internazionale bandito da rethinkingcompetitions.com che ha visto la partecipazione degli studenti di Ingegneria Edile-Architettura, nel workshop di Progettazione Architettonica, prof. Antonella Falzetti.
Il bando ha richiesto l’ideazione di una ‘cover’, una copertura, un riparo, per i senzatetto. Secondo le specifiche richieste, l’oggetto non doveva pesare più di 10kg, essere trasportabile e non più grande di 1×1 metri.
Alla gara hanno partecipato 3 squadre di ragazzi di Tor Vergata con i progetti Be free Be Lotus, ROLLING DOMUS, Art of Survive.
L’ultimo progetto – Art of Survive – si è piazzato tra i finalisti: si tratta del progetto ideato da Tiziano D’Angelo, Davide Di Nardo, Lorenzo Izzotti, Martina Siciliano.
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Ne parla la prof. Falzetti:
Sculture di Parole e Senzatetto convivono in questo progetto in un principio di contaminazione feconda. La proposta del giovane gruppo di progettisti si basa su un atto di trasposizione. Partendo dalla primaria esigenza di inventare un riparo “smart” per il senzatetto, essi associano il valore e la forza comunicativa dell’espressione artistica all’essenza e al significato sociale contenuto nella premessa del concorso. Quella proposta dal team non è una strategia di modificazione ma una strategia dell’adattamento, dove le Parole sono allo stesso tempo cornice o sfondo di una quinta urbana e riparo sicuro per la notte; un messaggio che agisce come chiave di apertura e come prolungamento di un’esperienza senza frontiere in cui le città, nella loro naturale discontinuità, accolgono contemporaneamente l’unicità dell’oggetto artistico e l’identità del principio etico.
Ecco il commento del gruppo dei progettisti:
Il progetto nasce dall’idea di utilizzare l’arte come mezzo per dare una diversa visibilità ai senzatetto; la loro presenza non deve più essere percepita come simbolo di degrado ma come parte integrante di un miglioramento del decoro urbano. L’arte rappresenta un rifugio simbolico e reale: protegge il senzatetto dal giudizio negativo della comunità grazie alla sua “bellezza” e fornisce anche un riparo dal freddo, dalla pioggia e dal sole.
Con questa premessa, abbiamo pensato di posizionare nelle grandi città delle sculture, e di poterle collegare tramite una linea immaginaria, idealmente percorribile dal senzatetto perché esso sia cittadino del mondo e perché possa trovare un luogo sicuro dove rifugiarsi in vari siti lungo il tragitto.
Il senzatetto si trova davanti a “parole giganti”; di queste alcune lettere sono state progettate in modo da offrirgli la possibilità di assemblare il suo rifugio tramite aste e tende contenute in un vano ricavato all’interno della scultura che diventa poi anche un rispostiglio per i beni del senzatetto.
Tutte le info nel sito di reTH!NKING