CORRIERE DELLE COMUNICAZIONI, 2/10/2015 – Venezia, pesci-robot per combattere l’acqua alta –

Si chiama Venus Swarm ed è la tecnologia sperimentata dall’Enea e dall’Università Tor Vergata di Roma. Sarà impiegata a difesa del Mose, ma potrà sventare anche minacce terroristiche
di Andrea Frollà

Venezia ha un nuovo alleato nella difesa dall’acqua alta. Si tratta di Venus Swarm, uno sciame di robot che simuleranno tra le acque della lagune il comportamento dei pesci. La tecnologia è stata messa a punto da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dall’Università Tor Vergata di Roma e sarà impiegata per la sorveglianza del Mose, il sistema di difesa dell’acqua alta della città veneziana.

Venus Swarm, presentata oggi a Expo Venice, aiuterà anche il monitoraggio dell’infrastruttura verificando infiltrazioni d’acqua, ma anche possibili sabotaggi o minacce di attacchi terroristici. I droni che nuoteranno nelle acque di Venezia manterranno pochi metri di distanza l’uno dall’altro.

I nodi di rete, come vengono chiamati questi robot, utilizzeranno il suono e la luce per comunicare. Quando il sistema ottico avrà difficoltà per via dell’acqua poco pulita, verrà in soccorso il sistema acustico garantendo le prestazioni minime.

Quella di Venezia potrebbe essere solo la prima applicazione di questa tecnologia innovativa, che si presta ad essere utilizzata anche a ridosso di piattaforme petrolifere, porti e gasdotti. Ma anche per rilevazioni sulla qualità dei mari e dei fondali, così come per il rilevamento di reperti archeologici e il controllo dell’inquinamento.

“Questo è un progetto che ha preso spunto dalle forme di aggregazione animale e intelligenza di gruppo” –spiega Vincenzo Nanni, uno degli esperti del laboratori di robotica di Enea- “Con Venus Swarm abbiamo coronato anni di ricerca”.

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AGI, 2/10/2015 – Scienza: pesci-robot per difendere Venezia dall’acqua alta –

(AGI) – Roma, 2 ott. – Droni dall’organizzazione e le dinamiche simili ai pesci per difendere Venezia dall’acqua alta. Questa – spiega una nota dell’Enea – e’ la tecnologia presentata ieri a ExpoVenice durante il convegno “Le tecnologie di comunicazione a tutela delle acque marine ed interne: ricerca ed attualita’”, organizzato dalla Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, Radiodiffusione e Postale del Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Linkem, che oltre all’Enea ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Universita’ di Roma Tor Vergata, Ispra e Corpo delle Capitanerie di Porto. “Venus e’ l’elemento base di un sistema a sciame composto da piu’ veicoli cooperanti e coordinati ed e’ il risultato di anni di studi dei laboratori di Robotica”, sottolinea Vincenzo Nanni dell’Enea, “una linea di ricerca che prende spunto dall’imitazione delle forme di aggregazione animale e dell’intelligenza di gruppo”. Questo tipo di formazione robotica a “sciame denso” utilizza decine di droni a distanza di pochi metri tra loro, a differenza delle attuali applicazioni in cui ogni dispositivo naviga a centinaia di metri l’uno dall’altro. I singoli robot, detti anche nodi di rete, costituiscono un sistema wireless sottomarino che utilizza suono e luce per comunicare: il sistema ottico permette di trasmettere rapidamente una grande quantita’ di informazioni, ma solo in acque molto pulite e a brevi distanze mentre il sistema acustico, anch’esso riprogettato specificamente per questa speciale configurazione, ha minori prestazioni, ma e’ utilizzabile in acque ‘sporche’ e a brevi distanze. Per il futuro, la collaborazione Enea-Tor Vergata punta alla realizzazione di una vera e propria autostrada digitale sottomarina con l’implementazione di un sistema di comunicazione ibrido: su Venus Swarm verra’ installato un modem innovativo e multicanale ottico-acustico, che sfrutta la stretta sinergia tra i canali utilizzati e la ridotta distanza.Grazie all’impiego della tecnologia ibrida il “dialogo” tra robot e lo scambio di informazioni verso la superficie, raggiungeranno valori di megabit al secondo con straordinari miglioramenti rispetto alle attuali possibilita’.
L’impiego dei pesci robot nel controllo e nell’ispezione dei fondali di zone costiere e di acque oceaniche offre grandissimi vantaggi rispetto all’utilizzo di sistemi robotici singoli e sofisticati, ma molto costosi. Per gli sciami si prefigura uno scenario di lavoro intenso. Si parte con la sorveglianza delle strutture in mare come piattaforme petrolifere, gasdotti e porti che potrebbero essere bersaglio di sabotaggi e attacchi terroristici. L’accesso ai porti attualmente viene controllato solo dalla superficie. La nuova formazione robotica dell’Enea invece e’ in grado di individuare l’eventuale attacco dai fondali. Anche i soccorsi potrebbero contare sulla squadra di robot pinnati per la gestione dei flussi migratori in mare. Ma non solo. Gli esperti spiegano che la flotta di pesci ipertecnologici bio-inspired potrebbe essere utilizzata anche per la salvaguardia di fauna e flora sottomarine, per il controllo dell’inquinamento e per il rilevamento di reperti archeologici sui fondali. Enea e Universita’ Tor Vergata stanno inoltre lavorando ad una proposta di progetto europeo su vita marina e alimentazione umana che si basa sullo studio dell’interazione tra sistemi robotici e banchi di pesci per migliorare le condizioni di salute e di benessere generale degli allevamenti di itticoltura. (AGI) Rme/Pit .

 

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ANSA, 2/10/2015 – Pesci robot contro acqua alta a Venezia –

Tecnologia Enea, droni sottomarini sorveglieranno anche il Mose

(ANSA) – ROMA, 2 OTT – Si comportano come dei pesci robot con l’obiettivo di difendere Venezia dall’acqua alta, proteggere il patrimonio storico-artistico e controllare i fondali. E’ lo sciame di droni sottomarini, chiamati ‘Venus Swarm’, che sorveglieranno anche il Mose. La tecnologia, messa a punto dall’Enea e dall’università di Roma Tor Vergata e presentata all’Expo Venice, utilizza decine di droni a distanza di pochi metri tra loro. Ogni robot costituisce un sistema wireless sottomarino. “Venus è l’elemento base di un sistema a sciame composto da più veicoli cooperanti e coordinati, ed è il risultato di anni di studi dei laboratori di robotica – spiega Vincenzo Nanni dell’Enea – una linea di ricerca che prende spunto dall’imitazione delle forme di aggregazione animale e dell’intelligenza di gruppo”. Lo ‘sciame’ utilizza suono e luce per comunicare: il sistema ottico permette di trasmettere una grande quantità di informazioni ma solo in acque molto pulite e a brevi distanze; il sistema acustico ha minori prestazioni ma è utilizzabile in acque ‘sporche’.
Il lavoro dei pesci-robot punta alla sorveglianza delle strutture in mare come piattaforme petrolifere, gasdotti e porti, ma anche i soccorsi per la gestione dei flussi migratori in mare, la salvaguardia della biodiversità sottomarina, il controllo dell’inquinamento e il rilevamento di reperti archeologici. In futuro, la collaborazione tra Enea e Tor Vergata mira a realizzare una vera e propria ‘autostrada’ digitale sottomarina, grazie all’impiego della tecnologia ‘ibrida’ con il miglioramento del ‘dialogo’ tra robot e lo scambio di informazioni verso la superficie.

 

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Gli sciami densi: robot sottomarini che si comportano come esseri in natura

di Sabina Simeone @sabinasimeone

I robot comunicano tra loro, si muovono insieme, evitano gli ostacoli. Sono progettati per il monitoraggio ambientale, l’ispezione di scafi, la sicurezza, l’oceanografia e archeologia sub.

Gli studiosi Silvello Betti dell’università di Roma Tor Vergata e Vincenzo Nanni dell’Enea, impegnati nello studio delle reti di comunicazione sottomarine ad alte prestazioni per sciami densi di robot, hanno preso parte al seminario “Le tecnologie di comunicazione a tutela delle acque marine ed interne: ricerca ed attualità” del Ministero dello Sviluppo Economico, che si è tenuto questa mattina al Padiglione Aquae di Expo Venice 2015.

Il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Roma Tor Vergata collabora da tempo con il Laboratorio di Robotica dell’ENEA per lo sviluppo di nuove tecnologie sottomarine di monitoraggio e controllo delle acque costiere e oceaniche. I robot comunicano tra loro, si muovono insieme, avvertono ed evitano gli ostacoli. Sono progettati per il monitoraggio ambientale, l’ispezione di scafi, la sicurezza, l’oceanografia e archeologia sub.

Il prototipo di robot si chiama Venus e forma lo sciame assieme ai suoi simili: uno sciame è tale dalle 10 unità in su. Raggiunge la profondità massima di 100 metri, pesa 50 kg e raggiunge la velocità di 2 nodi. La sua autonomia di lavoro è di circa 3 ore.

“I sistemi di comunicazione wireless sottomarini rivestono un’importanza particolare in relazione alla necessità di coordinare il comportamento degli sciami di robot – ha sottolineato il prof. Betti – La rete deve essere infatti caratterizzata da prestazioni molto superiori a quelle consentite dai modem acustici attualmente disponibili, che sono stati pensati per collegare unità di superficie con singoli scafi immersi a distanze che possono raggiungere anche alcuni chilometri, e per tale motivo è stato sviluppato un sistema specializzato molto avanzato, lo SWAN-SAR (SWArm Networking – Short Acoustic Range), attualmente in fase di collaudo”.

“Il canale acustico, per quanto sfruttato su frequenze molto più elevate di quelle usuali, grazie alla ridotta distanza tra i robot che navigano a pochi metri di distanza uno dall’altro, non rappresenta tuttavia l’unica tematica di telecomunicazioni su cui si sta lavorando in questo ambito e il team di ricerca si è orientato verso lo sviluppo, attualmente in corso, di un sistema ibrido, multicanale (ottico e acustico), che sfrutta la stretta sinergia tra i canali fisici utilizzati e, di nuovo, la ridotta distanza. Queste condizioni consentono infatti la propagazione del segnale ottico mediante il sistema SWAN-OTR (SWArm Networking – Optical Transmitter Receiver), anche in virtù del rapido miglioramento delle prestazioni e dell’efficienza di emissione dei dispositivi optoelettronici.

Grazie all’impiego della tecnologia ibrida e a protocolli di comunicazione molto sofisticati, si prevede di ottenere delle prestazioni che potranno raggiungere valori di megabit/sec sia all’interno dello sciame che verso la superficie.

L’impiego di sciami di AUV (robot denominati Autonomous Underwater Vehicles) nel controllo e nell’ispezione dei fondali di zone costiere e di acque oceaniche offre grandissimi vantaggi rispetto all’utilizzo di sistemi robotici singoli e sofisticati, ma molto costosi, e stimola la risoluzione di problemi di progettazione che sono, in parte, obiettivi di ricerca.

ENEA e Università di Roma Tor Vergata stanno quindi lavorando a un caso particolare di sciame robotico che è stato chiamato sciame denso: in questo caso i singoli robot, o nodi di una rete, si trovano a distanze di metri o decine di metri tra di loro rispetto alle centinaia di metri che sono la distanza tipica delle attuali applicazioni robotiche. Ciò introduce degli elementi addizionali nella realizzazione dei sistemi di controllo e telecomunicazione grazie alla disponibilità di canali di comunicazione fisici più affidabili e più veloci rispetto ai casi tradizionali.

Le applicazioni degli sciami densi spaziano dal controllo dell’ecologia dei sistemi marini, che può essere effettuato con elevato livello di dettaglio proprio per le caratteristiche degli sciami stessi, fino alla sorveglianza di infrastrutture sensibili.

Un ulteriore ambito verso il quale il laboratorio sta svolgendo studi preliminari vista la potenzialità del sistema è relativo alla cosiddetta tematica del “search and rescue” che potrebbe essere di grande utilità in relazione agli attuali problemi nella gestione dei flussi migratori sul mare.

Per quanto riguarda poi gli aspetti legati alla vita marina e al suo utilizzo anche in termini di alimentazione umana, ENEA e Università di Roma Tor Vergata stanno inoltre preparando congiuntamente una proposta di progetto europeo per lo studio dell’interazione tra sistemi robotici e banchi di pesci anche nell’ottica del miglioramento delle condizioni di salute e di benessere generale degli allevamenti di itticoltura.