A Milano si è concluso il contest lanciato dalle Fondazioni Accenture, Eni e Feltrinelli: 180 le proposte arrivate, dopo le selezioni sono stati individuati 18 vincitori.
Il concorso legato ai temi della sostenibilità lanciati dall’ONU.
Marco: «L’acquario che nutre i pomodori e fa risparmiare acqua»
Cosa c’entrano i pomodori, le trote e le case, popolari o no? Marco Falasca, 26 enne laureato all’Università romana di Tor Vergata (facoltà di ingegneria e tecnica del costruire) ha la risposta che si chiama «Mac». il progetto è centrato sul metodo di coltivazione acquaponico, quello che consente di ridurre in percentuali molto significative il consumo idrico in agricoltura. Falasca insieme a due colleghi ha realizzato un software parametrico per valutare l’installazione del sistema nelle facciate e nei balconi. Più o meno funziona così: si installano sui balconi o al piano garage grandi vasche di pesci ornamentali o commestibili (carpe, trote ma anche gamberi rossi) che con i loro rifiuti fertilizzano le piante di vegetali collegate alla vasca stessa. Queste filtrano e rimandano acqua depurata ai pesci e quindi il circuito si chiude autosostenendosi e senza bisogno di altra acqua. «Possiamo garantire un risparmio fino al 90 per cento», garantisce Falasca che ora potrà fare uno stage alla Mm, la società milanese che gestisce le case popolari del Comune per valutare l’applicabilità del modello. Certo, «serve un partner che ci consenta di avviare un progetto su scala industriale», sottolinea il giovane ingegnere che nel frattempo ha vinto un contest di Confcooperative Roma con lo stesso progetto. L’appello è lanciato.
Marco Falasca, 26 anni, laureato a Tor Vergata alla facoltà di Ingegneria e tecnica del costruire: ha ideato un metodo di coltivazione urbana con poco dispendio di acqua
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